Nel cuore pulsante dell’industria europea, una rivoluzione silenziosa sta prendendo forma. Non parliamo di innovazioni tecnologiche, meccaniche o produttive, ma di decisioni strategiche, visioni a lungo termine e ripensamenti radicali su come le aziende interagiscono con il pianeta. È la rivoluzione della decarbonizzazione, una sfida che sta ridisegnando il DNA stesso del mondo imprenditoriale con un obiettivo urgente e ambizioso: ridurre drasticamente le proprie emissioni di gas serra per contribuire agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Ma come si sta affrontando concretamente questo compito? Un recente studio pubblicato su Organization & Environment da Leticia Canal Vieira, Mariolina Longo e Matteo Mura dell’Università di Bologna si interroga sul tema, portando nuovi, inediti elementi.
La ricerca, intitolata Responding to a Wicked Problem: How Time, Sense of Place, and Organisational Boundaries Shape Companies’ Decarbonisation Strategies, analizza le strategie di decarbonizzazione di 45 aziende manifatturiere europee considerate leader nell’azione climatica. Le autrici e l’autore propongono un innovativo quadro teorico tridimensionale che unisce fattori essenziali come tempo, senso del luogo e confini organizzativi per comprendere meglio come queste dimensioni influenzino le strategie aziendali.
I risultati rivelano pattern interessanti:
- Dimensione del tempo: circa il 45% delle aziende adotta un approccio a breve termine, concentrandosi su soluzioni immediate come l’efficienza energetica. Il restante 55% pianifica azioni future e investe in tecnologie innovative come la rimozione diretta della CO2.
- Senso del luogo: emerge una tripartizione tra aziende con un senso del luogo “illimitato” (31%), “limitato” (33%) e “globale” (45%). Queste ultime dimostrano una comprensione più avanzata del cambiamento climatico come fenomeno mondiale.
- Confini organizzativi: le strategie si dividono in “insulari” (18%), con “integrazione verticale” (42%) e “integrazione a rete” (40%). Le aziende con confini più espansi tendono a sviluppare strategie più complete.
Lo studio mette in evidenza come le aziende che adottano una prospettiva a lungo termine, un senso del luogo globale e confini organizzativi espansi siano più propense a sviluppare strategie di decarbonizzazione complete ed efficaci. Queste imprese non solo mirano a ridurre le emissioni dirette, ma coinvolgono attivamente fornitori, clienti e altri attori della catena del valore.
Un esempio virtuoso è Michelin, che ha lanciato il progetto europeo BlackCycle per creare un ciclo chiuso nella produzione di pneumatici, coinvolgendo 13 partner lungo la catena del valore. L’obiettivo è ridurre del 30% il fattore di emissione di CO2 delle materie prime chiave.
La ricerca evidenzia anche alcune criticità. Molte aziende, pur avendo obiettivi ambiziosi, faticano ancora a tradurli in azioni concrete che vadano oltre l’efficienza energetica e l’adozione di energie rinnovabili. Manca spesso una vera trasformazione dei modelli di business in ottica di sostenibilità. Lo studio sottolinea anche la necessità di sviluppare nuove competenze manageriali per comprendere meglio i rischi e le opportunità legate al cambiamento climatico. Servono, inoltre, strumenti innovativi che aiutino i manager a elaborare strategie in grado di contribuire realmente alla transizione verso un’economia a basse emissioni.
Questa ricerca apre nuove prospettive sulla complessa sfida della decarbonizzazione aziendale. Dimostra come un approccio multidimensionale, che tenga conto di fattori temporali, spaziali e organizzativi, sia fondamentale per sviluppare strategie sempre più efficaci. La strada verso un futuro a zero emissioni è ancora lunga, ma questa analisi fornisce preziose indicazioni su come le aziende possano affrontare con successo una trasformazione davvero epocale.