Negli ultimi anni, le cosiddette “ondate di IPO” hanno catturato l’attenzione della finanza e dell’economia. E per una buona ragione. Si tratta, infatti, di fenomeni per cui più imprese scelgono di quotarsi in borsa contemporaneamente ed è chiaramente utile indagare le condizioni in cui questi si verificano. Fino a oggi, però, la ricerca ha associato queste ondate principalmente al settore specifico in cui le aziende operano, ignorando, almeno in parte, l’influenza geografica.
Nello studio “Local IPO waves, local shocks, and the going public decision” (Baschieri, Carosi, Mengoli), pubblicato sull’International Journal of Finance & Economics il focus è stato proprio sulle “ondate locali di IPO”, cioè su quei casi in cui aziende diverse di vari settori, ma situate nella stessa area geografica, scelgono di quotarsi nello stesso periodo. L’obiettivo? Comprendere se e come queste ondate siano guidate da fattori specifici locali e da improvvisi cambiamenti positivi nelle condizioni economiche del territorio.
Lo studio prende in esame il concetto tradizionale di “ondate di IPO di settore”, che, come anticipato, si verificano quando più imprese dello stesso comparto industriale entrano sul mercato nello stesso periodo, influenzate da fattori comuni, come valutazioni di mercato favorevoli o incrementi di produttività. Tuttavia, l’analisi, che attribuisce, appunto, una dimensione locale al fenomeno, ha preso in esame anche la localizzazione delle aziende, utilizzando una rigorosa definizione statistica e incluso nel concetto di “Ondata IPO” qualsiasi periodo in cui le IPO in una data regione o settore superano il 75° percentile della serie storica locale o settoriale.
L’analisi ha sfruttato un ampio database, includendo dati da 211 IPO avvenute in Italia dal 1999 al 2017 e integrando queste informazioni con dati su oltre un milione di imprese private. Attraverso un’analisi di modelli probit, sono state osservate le determinanti della decisione di quotarsi, considerando sia le valutazioni di mercato delle imprese dello stesso settore sia quelle di imprese in regioni limitrofe.
La ricerca ha distinto ulteriormente tra il contributo dell’effetto locale e quello del settore, considerando tre variabili chiave:
- il rapporto market-to-book (indicatore finanziario che confronta il valore di mercato di un’azienda con il suo valore contabile) delle imprese quotate dello stesso settore, ma situate fuori dalla regione;
- il rapporto market-to-book di aziende dello stesso settore e nella stessa area geografica;
- il rapporto market-to-book delle imprese quotate in altre regioni ma appartenenti a settori differenti.
In linea con studi precedenti, i risultati indicano che le IPO all’inizio di un’ondata (sia settoriale sia locale) tendono a essere maggiormente sottovalutate rispetto a quelle che si collocano più tardi nell’ondata. Le imprese quotate nei primi mesi di un’ondata hanno mostrato infatti una sottovalutazione media di circa il 13,9% rispetto al 3,8% delle IPO successive, evidenziando come il momento di ingresso abbia un impatto sostanziale sul valore iniziale del titolo.
Nonostante i vantaggi a breve termine associati all’entrata in un’ondata di IPO, le imprese che si quotano durante tali periodi tendono a sottoperformare nel lungo periodo rispetto a quelle che si quotano al di fuori delle ondate, suggerendo che tali IPO possono essere guidate da fattori temporanei, come la reazione a shock economici locali. Infatti, lo studio rileva che le regioni in cui si verifica un’ondata di IPO mostrano un aumento del numero di nuove imprese, dipendenti, e delle vendite aggregate nel periodo successivo all’ondata, indicando una sorta di “onda positiva” per l’economia locale.
Utilizzando un approccio differenziale, lo studio ha dimostrato che regioni trattate da un’ondata di IPO registrano un miglioramento economico significativo rispetto alle regioni di controllo, con indicatori come le nuove assunzioni in aumento dell’1,07% e le vendite aggregate in crescita dello 0,035%.
Le “ondate di IPO locali” si configurano dunque come un fenomeno complesso e influenzato da numerosi fattori esterni, non necessariamente legati al settore industriale, ma piuttosto a shock positivi che coinvolgono una data area geografica. Questi risultati aprono la strada a un nuovo modo di interpretare il fenomeno delle IPO, suggerendo che le aziende reagiscono non solo ai segnali di mercato settoriali, ma anche alle condizioni economiche locali, generando così cicli di quotazioni che riflettono la vitalità economica del territorio di appartenenza.
L’articolo sottolinea come le imprese, pur operando in settori diversi, rispondano agli stimoli economici locali e beneficino di condizioni favorevoli, come miglioramenti nelle infrastrutture o riduzioni fiscali locali, che spingono verso un maggiore dinamismo imprenditoriale e incentivano alla quotazione in borsa. Tale analisi amplia la comprensione delle dinamiche IPO, offrendo spunti per comprendere meglio il ruolo delle condizioni locali e delle politiche economiche territoriali nello sviluppo dei mercati finanziari.