Visitare Ferrari rappresenta un’esperienza unica per chiunque sia appassionato di automotive e motorsport. Per gli studenti del Global MBA in Supercars, Superbikes and Motorsports di Bologna Business School, questa opportunità è stata molto più di una semplice visita: una full immersion in un’icona dell’ingegneria e dell’innovazione automobilistica.
Marco Negri e Moksh Khosla, partecipanti del programma, raccontano le loro impressioni e le lezioni apprese attraverso questa esperienza, coordinata da Dennis de Munck, Head of Employer Branding and University Partnerships di Ferrari.
Confrontarsi con Ferrari significa misurarsi con un’azienda in cui l’eccellenza è l’unico standard accettabile. Un confronto che ha previsto anche la possibilità di presentare i project work dei partecipanti, con la supervisione e il coordinamento di Dennis de Munck, Head of Employer Branding and University Partnerships di Ferrari, Marcello Russo, Direttore del Global MBA e Federico Munari, Industry Leader del track. “Presentare il nostro progetto in Ferrari non è stata solo una sfida entusiasmante, ma un sogno che si realizza,” racconta Marco. “La parte più difficile è stata entrare nella mentalità Ferrari, dove fallire non è un’opzione. Ogni dettaglio del nostro lavoro doveva riflettere l’esclusività e la qualità che contraddistinguono il brand.”
Anche per Moksh, il momento più intenso è stato il confronto finale nella Red Room: “Non solo abbiamo vissuto Ferrari, ma l’abbiamo interpretata attraverso i nostri occhi. Presentare in quella sala, circondati da simboli iconici come pneumatici, volanti e specchietti, ci ha obbligati a pensare e agire come persone di Ferrari. La sfida più grande? Raggiungere l’eccellenza in un tempo limitato”
Il feedback ricevuto ha messo in evidenza due aspetti in particolare: da un lato che non basta avere dati, bisogna capire quale dato risolve quale problema, e dall’altro che bisogna perseguire la perfezione, integrando idee innovative senza mai perdere di vista i valori distintivi del marchio e la loro sostenibilità finanziaria.
Osservare da vicino le linee di produzione di Ferrari ha offerto agli studenti una prospettiva privilegiata su un modello industriale che ha reso il brand un simbolo di eccellenza globale. “Sono rimasto sorpreso dall’efficienza e dalla perfetta sincronizzazione del lavoro nelle linee di produzione,” afferma Marco. “L’ossessione per l’eccellenza, il senso di appartenenza alla storia del brand e l’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità sono principi che potrebbero essere applicati in molti altri settori, specialmente nel lusso.”
Moksh sottolinea la coerenza tra le esigenze del mondo delle corse e il processo produttivo: “Ogni auto passa un tempo ben definito in ognuna delle 56 stazioni. La qualità resta costante. La ripetizione rende il lavoro fluido. Ma sono anche i dettagli a colpire: grandi finestre, alberi, luce naturale. Tutto contribuisce a un benessere che si riflette sulla produttività. E poi la passione! La senti ovunque. Un motore esposto con la sua storia, una monoposto tra gli uffici—sono segni tangibili di una cultura forte e condivisa.”
Un momento particolarmente emozionante della visita è stato l’ingresso nel Racing Museum, dove è custodita la storia delle competizioni Ferrari. “Credo fermamente che la passione sia alla base di ogni squadra vincente,” spiega Marco. “Nel museo si percepisce subito questa energia. Ogni vettura viene descritta come un capolavoro tecnologico, un’entità quasi viva, creata per superare i limiti del possibile. L’atmosfera era semplicemente ispiratrice.”
Moksh aggiunge un’osservazione personale: “I nomi dei piloti incisi nel muro dei campioni, le vetture in miniatura che raccontano ogni stagione—Ferrari non dimentica nulla. Non celebra solo le vittorie, ma custodisce la storia con rispetto. È un invito a onorare il passato per costruire il futuro.”
Esperienze come questa rappresentano un ponte fondamentale tra la formazione in aula e la realtà aziendale. “Le company visit permettono agli studenti di comprendere in modo concreto l’ambiente di lavoro a cui aspirano,” dice Marco. “Quando avvengono in aziende storiche come Ferrari, il valore è ancora maggiore: si respira la loro eredità e si trova nuova motivazione per raggiungere i propri obiettivi professionali.”
Anche Moksh sottolinea l’importanza di vedere dal vivo ciò che si studia: “Visualizzare è parte essenziale del processo di apprendimento. Solo entrando in Ferrari ho davvero compreso come l’ambiente stesso forgia le persone. Questo tipo di esperienza ti aiuta a rispondere a una domanda fondamentale: cosa voglio per me stesso?”
Un’esperienza, quella in Ferrari, che resterà impressa nella memoria degli studenti, ispirandoli a puntare sempre all’eccellenza, proprio come insegna il Cavallino Rampante.