Dove ti ha portato la tua esperienza dopo BBS? Gli Alumni di BBS ci raccontano i loro progetti. In questa edizione di BBS Alumni Network ti presentiamo Gino Ruli, Alumnus del Master in Marketing, Communication and New Media.
Gino Ruli è il vincitore a pari merito della Digital Fair tenutasi durante la Reunion BBS 2016. Alumnus di Bologna Business School, Gino, grazie alla sua competenza nell’ambito del digital advertising, è stato premiato anche per offrire una panoramica completa sulla trasformazione in atto che non si ferma alle start up ma riguarda profondamente la comunicazione e consolidamento di qualunque impresa digital. Rappresenta la parte “umanistica” del digital: una laurea triennale in Scienze Politiche e poi subito il Master in Marketing, Communication and New Media. Ma per raccontare la sua storia dobbiamo andare al giugno del 2013, quando Gino si trova a Miami, Florida.
Madman
“Stavo lavorando come junior manager presso una società che gestiva dei ristoranti e io ero direttore di uno di questi.” E’ sera, quasi notte. Gino, finito il turno lavorativo, torna a casa e sprofonda sul divano“. In TV stavano dando una puntata di una serie che non conoscevo, Madmen. La storia di un gruppo di lavoro nel mondo dell’advertising degli anni ’50. E scopro che mi piace quella tipologia di lavoro.” E’ una di quelle circostanze in cui qualcosa si accende nella testa. Perché non diventare un pubblicitario? Una di quelle illuminazioni che scatenano l’intraprendenza, perché attivano una necessità. “Già durante la triennale a Bologna avevo sentito parlare di una istituzione sui colli molto apprezzata. Torno in Italia, faccio il colloquio ed entro come terzo studente in graduatoria.” E per Gino parte il Master in Bologna Business School.
Vita da BBS
“Le mie aspettative erano molto alte e sono state soddisfatte.” Gino vuole avvicinarsi il più possibile al mondo del lavoro, che conosceva da tempo attraverso i lavori stagionali e all’estero. Per questo invece di una laurea specialistica opta per un Master con un programma molto pratico come quello di BBS. “La metà dei professori sono provenienti dal mondo del lavoro, da grandi compagnie o aziende molto qualificate del settore. Tutte figure di spicco, e io ero felice di imparare da loro. Ovviamente a tutto questo si associava l’aiuto e l’indirizzo dei Professori Ordinari della Scuola.” Gino racconta con entusiasmo l’incontro con ospiti invitati in alcune lezioni per presentare le loro esperienze manageriali. Molti quelli stranieri, e con alcuni intreccia rapporti duraturi. “Sono figure che sento ancora oggi e che mi aiutano, mi fanno coaching.” L’indirizzo non solo accademico ma prevalentemente incentrato sulla formazione con competenze tecniche necessarie al lavoro è quello che Gino cercava.
Emotional Rescue
“Lo spettro di emozioni provate durante il Master è stato molto ampio, ma se dovessi individuare due parole direi che mi hanno colpito la sincerità da parte dei professori e il realismo da parte degli esperti del settore.” Gino descrive un ambiente per nulla accademico: nessun tono professorale, anzi l’intenzione di restituire in aula la consapevolezza di vivere in un mondo complesso. E la formazione deve offrire gli strumenti per essere preparati ad affrontarlo. “Ti insegnano comunicazione, new media, digital marketing, una quantità di competenze che ti consentono di andare a finire in qualsiasi compagnia digitale, dal BtoB al BtoC. Ma ciò a cui tengono in BBS è formare la persona, perché il mercato del lavoro è molto mobile.”
This must be the placement
Per Gino le offerte di lavoro arrivano subito, da parte di diverse società. “L’ufficio placement BBS aveva proposto in particolare una realtà di marketing, ma di nicchia, con sede a Berlino, e una posizione nella sede italiana in un colosso internazionale dell’advertising. Volevo crescere verticalmente sulle competenze digital, imparare dagli esperti. Ho scelto di entrare nella grande azienda.” Ma la realtà attuale è diversa dal mondo descritto nella serie televisiva Madmen. Il confronto fra ieri e oggi Gino lo descrive come “un pugno sui denti.” “La pubblicità era concettualità e creatività, non c’era una gran misurazione dei dati. Si immaginava una strategia e la si lanciava. Il cuore era tutta la parte di pianificazione e preparazione dell’attività media, che veniva lanciata in modo prevalente in televisione e in radio. Oggi il focus è spostato sulla seconda fase della misurazione. L’attenzione è ora sui numeri rispetto alla strategia.” Ma Gino completa il ragionamento sottolineando come dalla riflessione sui numeri nascano considerazioni e strategie a volte molto creative: “E’ molto stimolante vedere a seconda di quello che fai che la percezione degli utenti cambia, si modifica. La registri, la interpreti e agisci di conseguenza.” E descrive la metodologia “Bisogna portare il risultato desiderato dal cliente sfruttando tutte le leve di ottimizzazioni, in particolare usando un mix di know how tecnologico e i dati in real time. Partire da un’ipotesi e trovare il modo di portare gli utenti ad agire come desiderato. In pratica trovare coerenza fra ipotesi e risultato.” La tracciabilità, spiega Gino, è in sostanza l’evoluzione del marketing di una volta. Grazie a questa si comprende la qualità di una efficiente pianificazione media e si può portare ai clienti un valore superiore, concreto e tangibile.
Digital Fair
“Tramite tecnologie cookie based e ID based, il digital sfrutta delle macchine che permettano di capire il comportamento dell’utente mentre naviga online, e in questo modo intercettare le abitudini dell’utente per vedere chi è, come si comporta e cosa desidera. Sui media tradizionali questo non è possibile. Il programmatic advertising da adesso in avanti porterà sempre di più a percepire quell’utente nel suo comportamento reale.” E’ sulla base di questi rivoluzionari, precise e un po’ inquietanti, metodi di rilevazione digital del comportamento degli utenti che Gino ha impostato la sua partecipazione alla Digital Fair vincendo la competizione fra i vari espositori. “Ho presentato il mio modo di offrire consulenze riguardo le strategie digitali quando aiuto le startup o i professionisti che vogliono monetizzare il traffico nei loro siti web. Non più aquistando impression o click ma trovando il sistema per aquistare a cost per sales, instal, lead e altre metriche avanzate. Bisogna alzare l’asticella e minimizzare il rischio d’impresa per i clienti, offrendo solo risultati concreti. Questo è valore, questa è Performance advertising.”
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