Auto in grado di lanciare un’allerta in caso di pericoli sulla strada, dispositivi tecnologici indossabili destinati al controllo di parametri fisici o ambientali, macchinari capaci di comunicare tra loro per ottimizzare tempi e risorse. Non siamo in un film futuristico, ma nel contemporaneo mondo dell’Internet of Things. Un mondo popolato da oggetti intelligenti e connessi, destinati a trasformare radicalmente i consumi, le imprese e i governi già nei prossimi 4 anni.
Oggi, si sente sempre più spesso parlare di oggetti smart, talvolta erroneamente identificati con computer e smartphone. Qualsiasi oggetto può infatti entrare a far parte dell’universo IoT, se è possibile la sua identificazione univoca tramite indirizzo IP ed ha la capacità di scambiare dati in rete senza l’ausilio dell’uomo. L’espressione Internet of Things, coniata da Kevin Ashton, ricercatore presso il MIT di Boston, indica il comune denominatore di un insieme di tecnologie, le quali permettono ad un oggetto di connettersi e comunicare tramite la rete con lo scopo di monitorare, controllare e trasferire informazioni utili a svolgere azioni conseguenti. Frigoriferi, lampadine, strade, braccialetti, ma anche animali, piante e ‘persone’ diventano smart, partendo dal presupposto che l’intelligenza non è di fatto legata alle cose ma ai servizi che riescono ad offrire.
Le potenzialità dell’IoT sono sempre più evidenti e vicine alla nostra quotidianità, entrando a ritmo sostenuto nelle case, imprese e organizzazioni nelle quali operiamo. Entro il 2023, The IoT Forecast Book stima che solo negli Stati Uniti le famiglie spenderanno oltre 90 miliardi di dollari in dispositivi domestici intelligenti, mentre il totale mondiale di sistemi robotici industriali raggiungerà 6 milioni di installazioni. Nel prossimo quadriennio si prevede un ingente investimento nei sistemi IoT anche da parte dei governi di tutto il mondo, che destineranno quasi 900 miliardi di dollari allo sviluppo di smart city dotate di telecamere connesse, lampioni e contatori intelligenti, in grado di fornire una visione in tempo reale del traffico, dell’utilizzo delle utility, del crimine e dei fattori ambientali. Anche in Italia, l’IoT registra un forte trend positivo, con lo smart metering, la smart car e la smart logistic alla guida di un mercato che ha raggiunto un valore di 5 miliardi nel 2018, in crescita del 35% rispetto all’anno precedente.
Una delle applicazioni più interessanti dell’IoT è certamente quella legata la fabbrica intelligente. Migliore, più snella e più intelligente si riesce a rendere la produzione, più sono alte le probabilità di avere successo sul mercato. Nelle Smart Factory infatti, i sistemi logistici e produttivi di nuova generazione si ispirano alle principali tecniche di lean management e ai principi dell’Industria 4.0 per ridurre notevolmente i costi, spesso anche non considerati, come quelli legati all’emissione degli ordini, alle movimentazioni e agli approvvigionamenti.
Non solo le fabbriche, intese come sistemi produttivi, ma le aziende in senso lato, dalle utility alla sanità, dalla produzione alla pubblica amministrazione, traggono oggi benefici dall’innovazione IoT. Come riportano i risultati della II edizione dell’Intelligent Enterprise Index, “una ricerca globale che valuta a che punto è il percorso evolutivo verso le Aziende Intelligenti, le organizzazioni che nel 2018 hanno soddisfatto i criteri dell’odierna Intelligent Enterprise erano il doppio rispetto all’anno prima. Vi è infatti una forte crescita per quanto riguarda gli investimenti in dispositivi connessi e la loro implementazione, tanto che la spesa media annuale, a livello globale, è aumentata del 4% rispetto al 2017. L’86% delle aziende coinvolte prevede inoltre un ulteriore incremento del dato nel prossimo biennio e circa la metà ha già pianificato una crescita degli investimenti compresa tra l’11% e il 20%”.
L’IoT trova particolare apprezzamento anche nel privato, dove il mondo della domotica conferma il trend in crescita grazie anche all’effetto di soluzioni di Voice Recognition, Cloud, sicurezza e intelligenza artificiale, con un giro d’affari complessivo di 380 milioni di Euro nel 2018 e una crescita del 52% rispetto al 2017 per gli apparati e le soluzioni dedicate alla casa connessa. Sicurezza, gestione dell’energia e comfort sono i pilastri di questo mondo tecnologico che garantiscono un mix intelligente, flessibile e sempre più personalizzabile.
Attraverso piccoli dispositivi da indossare, l’Internet of Things può portare importanti soluzioni anche nell’ambito della sicurezza sul lavoro, offrendo un valido aiuto sia nella prevenzione degli infortuni sia nella gestione tempestiva di un’eventuale emergenza sul posto di lavoro. Nel settore alimentare invece, la tecnologia IoT permette di trasferire al consumatore informazioni sulla qualità del prodotto e sulle sue proprietà nutritive, avvertendolo perfino di eventuali scadenze. In via di sviluppo anche la cosiddetta ‘agricoltura intelligente’, che raggiungerà 11,5 miliardi di euro di produzione entro il 2023. Vi sono infatti enormi opportunità di migliorare la qualità e la sostenibilità del nostro cibo, e l’agricoltura è una delle principali aree dove le soluzioni proposte dall’Internet of Things possono ridurre i costi e le risorse necessarie per la coltivazione.
L’Internet of Things è arrivato oggi ad una fase di sviluppo e permeazione della società tale, da trasformare il quotidiano delle persone e il modo in cui operano aziende e istituzioni. Per riuscire a coglierne al massimo le potenzialità, sviluppando in parallelo un appropriato controllo sui rischi, Bologna Business School si propone di formare figure manageriali in grado di individuare e comprendere l’innovazione dell’IoT e portarla nelle aziende e organizzazioni per creare valore. Il Master in Digital Technology Management / Internet of Things è un programma Full-time in lingua inglese, che coniuga gli aspetti tecnologici con quelli di business per formare professionisti capaci di individuare le opportunità proposte dagli oggetti intelligenti e tradurle in prodotti, servizi e processi innovativi in grado di trasformare radicalmente le organizzazioni in cui lavorano, elevando così il loro livello di competitività.