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Come sta cambiando il settore del Food and Wine dopo il lockdown?
Il lock-down globale mi ha dato modo di riflettere su questioni che mi riguardano da vicino, come la ricerca del lavoro in un mercato in trasformazione.
Ci saranno posti di lavoro per me? Un profilo come il mio sarà richiesto man mano che le aziende riprenderanno le loro attività? Fino ad oggi molti imprenditori del settore enogastronomico, in particolare di piccole dimensioni, puntavano sugli strumenti offerti dai media per promuovere le loro attività e raccogliere feedback positivi dei clienti soddisfatti era una strategia efficace.
In seguito al lockdown, gli operatori del settore food and wine hanno compreso l’importanza di creare relazioni con i loro clienti online. Molti ristoranti ora si affidano a servizi di consegna a domicilio come Uber e Glovo per mantenere le loro attività.
Come partecipante di un Global MBA in Food and Wine, seguo con interesse quello che sta succedendo nel mio settore e provo una profonda ammirazione per realtà come Enolytics, che sta aiutando le aziende del settore vitivinicolo a sfruttare i big data, così come personaggi pubblici come Kat Kimson, che sostiene la salute fisica e mentale dei lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di questa pandemia.
Piattaforme e-commerce come Vivino hanno visto un aumento anche del 150% delle vendite durante lo scorso aprile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, come ci ha spiegato Heini Zachariassen, il founder dell’azienda, durante una sessione one-on-one durante la lezione di Innovation and Narration nel settore enogastronomico. Heini prevede un calo delle vendite una volta che i negozi fisici inizieranno ad aprire di nuovo, ma sicuramente non così rilevante come prima della pandemia.
C’è una maggior diffusione delle attività online, dagli acquisti alle lezioni. Italian Wine Academy ha continuato la didattica con degustazioni virtuali in vista del prossimo esame Wine and Spirit Education Trust (WSET). Durante il Master abbiamo analizzato con i docenti come la diffusione degli acquisti online di cibi pronti possa sembrare una minaccia per i ristoranti, anche se questo rischio pare essere smentito dalle lunghe code di persone in fila davanti ai ristoranti in attesa di un tavolo dopo il 4 maggio. Questo ci fa capire che l’esperienza di pranzare o cenare seduti al tavolo di un ristorante non può essere rimpiazzata da modalità virtuali.
Questo lockdown ci ha insegnato molte cose: innanzitutto, che non è necessario recarci fisicamente in un ufficio per lavorare, con notevoli vantaggi sull’ambiente in termini di inquinamento e sostenibilità. E poi, questa incertezza sul domani ci ha portato a riscoprire le piccole azioni che davamo per scontate, dal caffè in un bar pieno di estranei, a pianificare le vacanze fino allo svegliarci per prepararci per andare in ufficio.
Autrice: Hellen Akinsiku
Partecipante del Global MBA in Food and Wine
Classe 2019-2020