Perché a volte raccontare è importante tanto quanto fare
Quando si parla di sostenibilità e di impresa, le azioni sono la base, ma non sono tutto. Saper comunicare le iniziative aziendali orientate al rispetto delle persone e dell’ambiente diventa un passo fondamentale e uno degli strumenti che vengono incontro alle imprese in questo senso è proprio il Bilancio di sostenibilità. Tuttavia, come scrive Sergio Bocconi sul Corriere della Sera, anche “la scelta di integrare il bilancio contabile con quello non finanziario è un passo importante ma non sufficiente: per quanto ambiziosi siano gli obiettivi, per quanto precisi siano i criteri con i quali vengono misurati, per quanto coerenti siano le intenzioni e i progetti, la sostenibilità di un’azienda dipende anche da come e con quanta efficacia viene comunicata”. Ecco perché Corriere della Sera, in collaborazione con Bologna Business School, ha scelto di premiare le aziende che si sono distinte nella valorizzazione di questo importante documento. Un documento che, vale la pena ricordarlo, non è sempre obbligatorio. Stando alla direttiva europea 254 del 2014 e il Decreto legislativo 254 del 2016 che l’ha recepito in Italia, a doverlo redigere sono le banche, le assicurazioni e le società, quotate in un mercato regolamentato in Italia o nell’Unione Europea, che abbiano o più di 500 dipendenti e un totale di bilancio di 20 milioni di euro. Oppure che abbiano un totale di ricavi delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro. La valutazione ha coinvolto 74 aziende, quotate e non, nei settori Food, Moda ed Energia sulla base di 15 parametri tra impatto sociale, ambiente e governance.
Abbiamo chiesto a Leticia Canal Vieira, del Centro per la sostenibilità e i cambimenti climatici BBS – Università di Bologna, che ha analizzato e valutato i report con Mariolina Longo e con il Direttore del Centro Matteo Mura, di raccontarci le sue impressioni rispetto a questa importante iniziativa.
“Il primo aspetto che vorrei mettere in evidenza di questo evento è la partecipazione. Sono state numerose ed entusiate le aziende che hanno preso parte all’iniziativa prestandosi alla valutazione. Questo è senza dubbio un elemento positivo, non solo perché significa che moltissime piccole e medie imprese hanno scelto di presentare il bilancio di sostenibilità, nonostante non vi sia un obbligo legale, ma anche perché vuol dire che ben 74 aziende di diverse dimensioni hanno così fiducia nel proprio impegno da essere pronte a metterlo alla prova. Un ottimo segnale per il nostro Paese, che indica come stia crescendo la consapevolezza che basarsi solo sul profitto non basta più: un business inserito in una società in cui esistono disuguaglianze e degrado ambientale non può essere un business florido. Obiettivi di sostenibilità, dunque, giovano anche al business stesso perché quando si parla di sostenibilità tutto è collegato e nessun elemento può prescindere dall’altro, a nessun livello. Un altro segnale positivo è rappresentato dall’omogeneità di visione che è emersa nel corso dell’evento tra accademia e industria. Quello che noi studiosi vediamo attraverso i dati e le analisi che portiamo avanti ogni giorno, risuona nei bilanci delle aziende e nelle parole di chi le gestisce. I temi che abbiamo incluso nel nostro modello di indagine, come, ad esempio, la necessità di darsi obiettivi di medio termine e di misurarli con coerenza e attenzione, sono anche quelli che abbiamo ritrovato nelle parole degli esperti e delle aziende. Trovo infatti che sia fondamentale per noi ricercatori verificare sul terreno dell’impresa tematiche e modelli applicati in ambito accademico”.
È d’accordo anche Elisabetta Soglio che sul Corriere della Sera ha scritto: “Per noi, ne siamo convinti, hanno vinto tutti: perché già solo il fatto di investire tempo e personale per redigere un report di questo tipo (..) significa aver capito che il business tradizionale non funziona più da solo e che i tanto citati criteri Esg (ambiente, sociale, governance) vanno calati nel modo di fare impresa: nelle materie prime che si scelgono, nelle lavorazioni adottate, nel rapporto con i dipendenti, nel rispetto delle pari opportunità, nel prodotto finale, nella considerazione dei clienti e così via”.
Ai focus group organizzati per il Premio Bilancio di Sostenibilità 2022, che è stato trasmesso in una diretta streaming che si è aperta con l’intervento del Ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, hanno partecipato: il sociologo ed economista Paolo Venturi, direttore di Aiccon-Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit; Cristina Fioravanti, responsabile risorse umane di Asvis; Tommaso Rondinella per Banca Etica; Francesco Bicciato, segretario generale del Forum Finanza Sostenibile; Ruggero Bodo consigliere di Fondazione Sodalitas; Elisa Petrini, coordinatrice di Impronta Etica.