Alon Wolf, Direttore e Fondatore del Biorobotics and Biomechanics Lab presso il Technion – Israel Institute of Technology, è stato ospite di BBS per il secondo Innovation Talk dell’edizione autunnale. Durante il suo intervento dal titolo New Frontiers in Robotic Technologies, ha raccontato le principali sfide che il campo della robotica si trova ad affrontare per poter entrare a far parte della nostra vita di tutti i giorni.
“Questa rivoluzione sta procedendo talmente in fretta, che stiamo già aspettando la prossima,” ha esordito Alon Wolf, uno dei massimi esperti mondiali nel campo della robotica e meglio conosciuto per i suoi serpenti robotici, progettati per essere utilizzati nelle operazioni di ricerca e salvataggio urbane e nella medicina chirurgica, rivolgendosi alla Community di BBS lo scorso 21 novembre a Villa Guastavillani.
Cosa hanno in comune Kodak, Intel, Nokia e Blockbuster? “Tutte queste aziende, ad un certo punto del loro percorso, hanno perso il treno del progresso senza vedere in quale direzione puntava lo sviluppo del loro settore,” ha raccontato Wolf. “Intel, ad esempio, si è focalizzata troppo sull’integrazione delle tecnologie Wi-Fi, ignorando completamente l’ascesa dei telefoni cellulari. L’errore più grande è stato considerare i cellulari come parte del mercato della telefonia, e non di quello dei computer.” Simile è la storia di Nokia, icona del primo periodo della telefonia mobile, che ha segnato la propria fine mancando la rivoluzione dei touch screen per soli due anni. Oppure quella di Kodak, che pur avendo sviluppato la prima fotocamera digitale già nel 1975, ha abbandonato il progetto e con esso la possibilità di poter competere nella trasformazione tecnologica che ha investito il mondo della fotografia nell’ultimo decennio.
Che sia fondamentale non mancare i grandi trend appare ovvio, ma non è ugualmente semplice comprendere in che modo. “Come dico sempre ai miei studenti, bisogna essere capaci di riconoscere le scintille che danno vita a questi trend. Una delle più importanti scintille nella storia dell’uomo è stata la corsa allo spazio, la quale ha dato il là allo sviluppo di innumerevoli nuove tecnologie, dalle quali beneficiamo ancora oggi,” ha spiegato Wolf. Anche la Quarta rivoluzione industriale, quella che oggi mette in comunicazione tra loro gli oggetti rendendoli ‘smart’, è stata costruita con i risultati delle scintille più recenti. Il bluetooth, il 4G, il cloud, il deep learning, per fare solo alcuni esempi, hanno creato le condizioni ottimali per uno sviluppo che non conosce pari nella storia dell’uomo.
Ciò che stiamo vivendo si può riassumere, secondo Wolf, con un grafico esponenziale. Tutto, dalla velocità con la quale vengono sviluppate nuove tecnologie, alla velocità con la quale le stesse riescono a diventare parte del nostro quotidiano, fa intendere che il futuro sia molto più vicino di quanto siamo disposti a credere. “La chiave di questa rivoluzione sono proprio i robot,” aggiunge. “In parte, perché sono il sistema ciberfisico più completo di cui disponiamo e, in parte, a causa dell’invecchiamento della popolazione globale. Nel 1990 c’erano 5.8 persone a sostenere ogni pensionato, nel 2020 ce ne saranno solo 2.1. Presto vedremo sempre più robot là fuori, occupati a svolgere il lavoro al nostro posto.”
Sebbene la robotica sia oggetto di uno sviluppo che procede a ritmi molto sostenuti e, allo stesso tempo, di una crescente attenzione da parte dell’industria, della medicina e dell’opinione pubblica, sono ancora numerose le sfide che il settore deve affrontare per poter entrare pienamente nel quotidiano dell’essere umano. Lo sviluppo di nuovi materiali, ad esempio, consentirà di avere robot flessibili e capaci di maneggiare prodotti delicati, mentre i robot bio-ispirati potranno risolvere problematiche complesse traendo spunto dalla natura. La ricerca si sta inoltre interessando anche agli ‘sciami’ di robot che, comunicando tra loro, riescono a svolgere azioni coordinate e complesse come suonare un pianoforte. Inoltre, la somiglianza con l’essere umano porta i robot ad essere particolarmente efficaci nell’interazione con gli anziani e nella terapia dei bambini autistici.
Un robot non è solo una macchina, ma è capace di percepire, processare le informazioni e agire di conseguenza. Proprio per questo motivo, uno dei principali problemi che ci troveremo a dover affrontare nel prossimo futuro, stando all’opinione di Alon Wolf, è proprio quello dell’etica. Gli standard etici umani infatti, codificati in modo imperfetto dalla legge, danno luogo a incertezze e paradossi che gli ingegneri non hanno ancora avuto il coraggio di affrontare. “L’auto autonoma è il primo esempio di prodotto robotico che può deliberatamente danneggiare il suo proprietario. In realtà, il vero problema siamo noi e i criteri che decideremo di usare per programmare i robot,” ha spiegato Alon Wolf.
Per quanto ne sappiamo, l’uomo è l’unico essere vivente a fare previsioni e immaginare il domani. L’atto stesso di contemplare ciò che ci rende umani è unico tra le altre specie animali. Ma se nel futuro le macchine avranno la capacità di ragionare, di essere consapevoli e avere dei sentimenti, cosa ci distinguerà come esseri umani? Secondo Stephen Hawking, l’intelligenza artificiale è la cosa peggiore che poteva capitare all’umanità, forse proprio perché può amplificare le innumerevoli debolezze e imperfezioni dell’uomo e trasformarle in un pericolo.
“Siamo tutti sopraffatti dalla velocità del cambiamento,” ha concluso il professor Wolf. “Oggi è abbastanza difficile vedere dove questa trasformazione ci porterà, ma credo davvero che, come detto da Victor Hugo, nessun potere sulla terra può fermare un’idea portata dal tempo. E il tempo della robotica è arrivato.”