Dove ti ha portato la tua esperienza dopo BBS? Gli Alumni di BBS ci raccontano i loro progetti. In questa edizione di BBS Alumni Network ti presentiamo Francesco Campana, Alumnus MBA Part-Time (Serale). Il suo progetto: TKTLS.
Uno dei motivi per iscriversi a un master executive è quello di dare corso a nuove idee e stimoli all’interno di una carriera quasi ventennale. E’ il caso di Francesco, che dalla laurea passa quasi direttamente al CINECA, Consorzio di Università Italiane, centro di calcolo e di ricerca per istituzioni e aziende. E al suo lavoro ha affiancato un’idea imprenditoriale.
Calcoli per la vita
“Sono project manager nell’ambito sanitario. Verifico insieme al cliente quali sono le condizioni preliminari per siglare un contratto di servizio per la fornitura di database”. Sono database importanti quelli del CINECA. Dati elaborati fino dal 1969. Al consorzio universitario si rivolgono in molti per consultarli, e Francesco lavora per rendere autonomo il cliente nel configurare i sistemi del CINECA, sia esso azienda pubblica e privata. “Dalla predisposizione ai controlli online fino ai report per l’analisi dei dati a fine studio. Passaggi tecnici necessari per avere un quadro completo e garantito utile alla sperimentazione biomedica”. Sapere tecnologico, cose per addetti, cose complesse. In linea con il percorso di studi di Francesco “Sono di Ferrara anche se con la famiglia ci siamo trasferiti quando avevo circa 5 anni a Casalecchio di Reno.” Dove ha la sede nazionale il CINECA. Il destino era dietro l’angolo… “Mi diplomo all’Istituto Tecnico Commerciale Pier Crescenzi, area programmatori, e poi mi sono ritrasferito a Ferrara, dove vivevano ancora i miei nonni, per frequentare l’Università.” Un contesto a misura d’uomo, perfetto per le esigenze di Francesco. Inizia ingegneria elettronica e poi passa a informatica, che come facoltà era appena nata. Durante gli studi vince un concorso al CINECA e ritorna a Casalecchio completando gli studi poco dopo. “Una carriera interna felicemente rallentata dalla mia priorità, la famiglia e i miei figli. Cresciuti i bimbi però ho deciso di recuperare il tempo dedicato agli affetti nell’idea di imprimere una svolta alla mia posizione lavorativa”.
Enter Bologna Business School
Per Francesco è la prima volta in cui frequenta un master.
BBS perché è di Bologna, perché gli interessa acquisire competenze manageriali e per tentare di crescere all’interno dell’azienda. Rimane convinto della scelta fino dalla fase preliminare del colloquio. “A partire dalla disponibilità dimostrata dal responsabile del corso. Mi ha aiutato a capire quali erano le vere motivazioni che mi avevano portato a iscrivermi, se le mie aspettative erano realistiche e quale risultato potevo ottenere dalla frequentazione del master.” Una cura costante, quella fra direttore e tutor, che ha saputo soddisfare le esigenze di una classe molto eterogenea per provenienza, età, percorso di studi e lavoro. Per un anno si è concentrato esclusivamente sul lavoro e lo studio, grazie alla disponibilità di una moglie, lavoratrice, che supporta al meglio il menage familiare. Disponibilità che si direbbe ben investita, seguendo le parole di Francesco: “Tutte le figure con cui mi sono confrontato sono sempre state disponibili e immediate nelle risposte. Una reattività che non avevo mai trovato nel contesto universitario, anche per quel tipo di informazioni che di solito bisogna sollecitare. Massima attenzione, quasi maniacale, ai dettagli di qualsiasi tipo di attività. Per esperienze pregresse con organizzazioni molto grandi ho notato che si perde progressivamente l’attenzione verso le necessità delle persone. Non in BBS. Mi sono sentito seguito e parte veramente di qualcosa.”
Mi si è accesa un’app
Il valore aggiunto, si diceva fra le righe, è il coinvolgimento di una classe intera, fatta anche di relazioni forti, solidali, che attraverso lo scambio di idee e di esperienze può fare emergere l’imprenditore che è in te. Dopo 17 anni nello stesso consorzio Francesco in BBS trova lo stimolo per mettere in pratica un’idea che gli ronzava in testa. “Era la mia prima idea di impresa. Il contesto culturale della BBS ha contribuito ad alimentarla e trasformarla completamente, soprattutto grazie al corso di marketing.” Francesco ha un problema comune a tanti: tutte le volte che si trova con la famiglia in vacanza, oppure quando vuole uscire la sera e cerca un’idea all’ultimo momento, fa una fatica dannata a trovare l’evento adatto alle esigenze di tutta la famiglia, adulti e bambini. E qui parte un percorso interno al Master BBS che, tappa dopo tappa, lezione dopo lezione, plasma l’idea di Francesco dandole caratteri di concretezza. “Ispirazioni importanti per capire come coinvolgere un pubblico vasto. I corsi che ho seguito sono stati i vari mattoni per costruire un’idea inizialmente traballante e a fine master decisamente solida. A partire dal modello di business: come avere un ritorno dell’investimento? Le leve c’erano tutto ma bisognava mettere alla prova il modello di business, l’analisi attenta della concorrenza, i meccanismi per ricavare un profitto.” Un’app sfonda ormai solo se gratuita, sia per gli utenti che gli inserzionisti. Francesco capisce che la sua idea funziona se tutto si regge su una profilazione molto attenta di chi scarica l’app. Informazioni aggregate utilissime per chi si occupa di advertising. “Gli analytics, gli insigths sono informazioni fondamentali in questo senso. Non si tratta solo di raccogliere dati: lo vedo anche come un servizio per indirizzare il cliente verso ciò che realmente lo interessa. La scommessa semmai è di non essere invadenti dopo il primo acquisto, non esagerare nelle esposizioni dei prodotti evitando di annoiare, o peggio, irritare gli utenti.” Nasce così TKTLS (pronuncia: ticketless) ancora in fase alfa. “Ho messo in piedi un sito web informativo in occasione della digital fair. Quattro soci fondatori e tre co-fondatori. Non è ancora registrata come impresa e siamo indecisi sulla forma giuridica. L’obiettivo è creare un semilavorato abbastanza convincente per un business angel e altri eventuali finanziatori.”
L’esperienza alla Digital Fair
“Alla Digital Fair ho avuto la possibilità di scambiare idee, considerazioni e nuovi ulteriori input per riuscire a inquadrare ancora meglio un progetto embrionale che si è arricchito di nuove domande, per definire ancora meglio le parti che mi erano ancora oscure.” I colleghi di Francesco, i professori, la giuria della Digital Fair contribuiscono all’analisi del progetto, evidenziando l’importanza di una ipotesi di revenue a un certo periodo di tempo, la valutazione del trade-off del numero di download dell’applicazione nel primo mese e nei tre-sei mesi successivi e tutta una serie di altre domande necessarie per mettere nero su bianco i numeri per capire quanto spingere l’applicazione, in quale direzione, verso quali risultati.
Consigli per startup
Francesco, da persona matura, capisce che l’impresa è investimento ma non avventatezza. Avere una famiglia, un lavoro solido non sono in contrasto con l’imprenditorialità. Un team allargato può supplire alle carenze di tempo in attesa di segnali incoraggianti. Basta saperlo organizzare e governare nel modo migliore. La sua prudenza è alla fine una attenta pianificazione. Ecco i punti schematici di chi si sta confrontando con una startup: “Ascoltare per strutturare sempre al meglio l’idea di business. Analizzare se il progetto produce valore. Deve essere qualcosa che risponda a un’esigenza reale. Deve dare un ritorno economico che consenta al progetto di crescere in modo importante. Analizzare attentamente la concorrenza. Trovare difetti di applicazioni simili. Capire la storia di progetti analoghi, quale errore non fare e ciò che invece bisogna riprodurre. Ma soprattutto strutturare il progetto in ottica di un fallimento veloce. Meglio darsi tempi stretti e sfondare nel periodo determinato per acquisire un’esperienza importante senza aver perso nulla. Ho imparato che il fallimento è un requisito di esperienza, non un elemento necessariamente di incapacità. Il fallimento veloce è un paradigma nuovo che stiamo imparando dall’estero.” Imparare dagli errori degli altri in un mondo dove le startup che chiudono sono più numerose di quelle che aprono. Per non alimentare false illusioni e cocenti delusioni.
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