Ultimo appuntamento con le Leadership Lecture in Villa Guastavillani. Lo scorso 29 marzo il Dean di BBS Max Bergami ha presentato Benedetto Vigna, CEO di Ferrari, che ha parlato di innovazione e leadership.
Amministratore delegato di Ferrari da settembre 2021, Benedetto Vigna è un fisico con un importante background scientifico, oltre che uno dei più noti dirigenti d’azienda italiani. Laureato con lode in Fisica subnucleare presso l’Università di Pisa, ha maturato le sue prime esperienze lavorative presso enti prestigiosi come il CERN di Ginevra, il Sincrotone di Grenoble e il Max Planck Institut di Monaco di Baviera. Nel 1995 ha iniziato a lavorare per la STMicroelectronics, dove ha formato il gruppo di ricercatori che ha lanciato l’impegno della società nei MEMS (Micro-Electro-Mechanical Systems). Grazie al suo team, Vigna ha creato un sensore di movimento tridimensionale, chiamato “Monviso”, che ha rivoluzionato il mondo dell’automobile e dei videogiochi. Per questa invenzione, Vigna è stato incluso nella rosa dei dodici candidati al premio “Inventore europeo 2010”. Con oltre duecento brevetti registrati, Benedetto Vigna è considerato uno dei migliori manager del nostro Paese, come dimostra la sua inclusione nella lista dei 100 top manager italiani di Forbes Italia.
Proprio dal tema della complessità ha preso le mosse la Lecture del manager alla guida della casa automobilistica del cavallino rampante, che ha spiegato come il mondo di oggi è certamente complicato, ma non tanto complesso come spesso si pensa e soprattutto non tanto di più rispetto al passato. La complessità reale è cresciuta meno delle complicazioni che sono state aggiunte, il che rende il tutto più difficile da gestire. “La complessità non la si riduce e non la si semplifica. La si gestisce solamente” ha spiegato Vigna, “Come tutte le cose esterne a noi, poco ci possiamo fare”. Ma a cosa si riferisce la complessità in azienda? Vigna cita vari aspetti, da quella legata alle tecnologie a quella manifatturiera, soffermandosi su un aspetto spesso trascurato, quello della complessità anche in campagne di marketing, che possono determinare il successo o meno di un prodotto, come dimostra l’esempio del lancio del primo Mac di Apple. Alla base di tutto, la necessità di gestire il cambiamento, rispetto alla quale Vigna invita a guardare anche al passato: “Dimentichiamo che questi problemi sono stati affrontati in modo egregio da tanta gente che ci ha preceduto e spesso, secondo me, la soluzione ai problemi la troviamo nei testi precedenti”. Uno sguardo al passato che può, per quanto possa sembrare paradossale, favorire l’innovazione e dare una direzione alla leadership che deve orientarla e guidarla in azienda.
Ma cosa stimola l’innovazione, oggi come ieri? “Io penso che l’innovazione derivi dalla scarsità e che il modo migliore di fare innovazione sia limitare le risorse”. Infatti, secondo il numero uno di Ferrari, più risorse vengono impiegate, meno innovazione si fa, poiché le risorse infinite non stimolano la creatività e non permettono di valorizzare l’elemento umano. Dalla necessità di trovare una soluzione ottimizzando le risorse esistenti nasce anche un altro pilastro dell’innovazione: la capacità di mettere in discussione lo status quo “La prima cosa da fare è lasciarsi sfidare con delle domande, dei punti di vista nuovi, che mettano in dubbio quelle che si considerano teorie consolidate”. Ai leader dell’innovazione è richiesta anche la capacità di individuare i trend emergenti e di indirizzare un bisogno non ancora soddisfatto. Infine, è importante fare leva sui propri punti di forza, che possono rivelarsi la chiave per trovare soluzioni innovative.
Ogni punto è stato sottolineato da Vigna con esempi concreti, casi reali appresi e vissuti nel tempo non solo in Ferrari, ma anche nelle aziende e nelle posizioni occupate in precedenza, anche in ambito di ricerca, che gli hanno permesso di notare come spesso si identifica l’innovazione solo con l’innovazione di prodotto, trascurando l’innovazione in settori come l’organizzazione, le soluzioni tecniche, le soluzioni tecnologiche e le campagne di marketing. “Trovo curioso osservare”, ha spiegato, “Come spesso si parli di innovazione solo in termini di prodotto: si pensa all’auto più bella, al cellulare più bello, al satellite più bello. Ma manca spesso una riflessione sul come si è arrivati a quel prodotto, a quel risultato, cioè sul processo, che è invece una parte fondamentale, che io metto allo stesso livello del prodotto”
Fondamentale anche, ha sottolineato l’AD di Ferrari, occuparsi dell’innovazione in termini di management. Un aspetto, quest’ultimo, che ha a che fare con le trasformazioni culturali all’interno dell’azienda, che devono avvenire gradualmente, passo dopo passo, coinvolgendo le persone come asset principale di ogni impresa. In questo senso, la possibilità di fare networking grazie a Internet è un grande vantaggio per trovare non solo persone, ma anche aziende partner che possano contribuire a sviluppare al meglio il potenziale di un’idea innovativa.
In conclusione, la leadership basata sull’innovazione richiede la capacità di gestire la complessità del mondo contemporaneo, il saper mettere in discussione lo status quo e il saper individuare nuovi bisogni da soddisfare, facendo leva sui propri punti di forza. Ma non solo, Vigna invita i manager di domani a coltivare la pazienza (l’innovazione non è cosa veloce né immediata), valorizzare le persone e la sostenibilità ed essere consci del fatto che la leadership è prima di tutto impegno, da coltivare ogni giorno: “Il punto è che bisogna essere consapevoli che per essere leader bisogna comportarsi come tali sempre, non cedere, non rilassarsi mai troppo dando per scontata una posizione che non è semplice psicologicamente ma che, con l’esperienza, si impara a gestire senza fermarsi mai alla prima chiave di lettura”.
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