L’Economist ha recentemente definito il Data Scientist “Il lavoro più interessante del XXI secolo, che unisce le competenze dell’informatico, dello statistico e del narratore per estrarre le pepite d’oro nascoste sotto montagne di dati”.
È indubbio che la raccolta e l’analisi dei dati siano diventati due dei processi chiave nel mondo del digital business, funzionali alla trasformazione digitale delle imprese.
Tuttavia, ad ora i Big Data (che sono raccolte di dati eterogenei, strutturati e non strutturati, definite in termini di volume, velocità, varietà e veridicità) sono stati prevalentemente accumulati senza essere convertiti in un bene fruibile. Il loro stoccaggio e conservazione, infatti, sono solo il primo tassello di un processo complesso: i Big Data funzionano come un grande lago artificiale – prima si costruisce la diga, poi si aspetta che si riempia d’acqua, e, una volta piena, si comincia a usare la materia prima come fonte per produrre elettricità, irrigare, bere. La trasformazione digitale sta facendo emergere alcuni campi di applicazione dell’analisi dei dati al fine di migliorare il business. Un esempio lampante è quello dell’ambito pubblicitario: la raccolta di dati inerenti i clienti comporta una definizione sempre più precisa del target di riferimento, su cui costruire campagne pubblicitarie ad hoc.
Anche per quanto concerne lo stoccaggio, comunque, i margini di sviluppo sono ancora ampi: è importante che i dati originali siano archiviati secondo criteri che ne rendano facile la fruizione. Il moltiplicarsi di database Open Source nel 2016 è la diretta conseguenza di questa necessità. Accanto al pionieristico Hadoop sono nati framework più veloci e flessibili come Exasol e MemSQL, capaci di soddisfare tanto la “need for speed” che contraddistingue la rivoluzione digitale, quanto l’esigenza di un unico magazzino per archiviare dati da fonti differenti.
Per il 2017 gli obiettivi di crescita nel mondo dei Big Data sono prevalentemente tre, ossia lo sviluppo delle garanzie di sicurezza, il miglioramento della fruizione e la moltiplicazione dei cataloghi digitali.
L’esigenza di maggiori garanzie di sicurezza è dettata dal peso che la tecnologia ricopre nella gestione dell’informazione: il web è l’habitat naturale dei flussi di informazioni, che diventano più accessibili, e di conseguenza più esposti a rischi, quali per esempio furti di dati. È dunque necessario prestare attenzione all’accesso agli archivi di dati, per non subire attacchi o intrusioni. L’autorizzazione all’accesso ai database deve essere amministrata da professionisti, e i sistemi dedicati a queste operazioni – come Apache Sentry o Apache Ranger – sono destinati ad aumentare in numero e a migliorare in efficienza.
Il secondo obiettivo di crescita di quest’anno è una fruizione il più semplice possibile dei Big Data, sia per le aziende che per i privati. Sebbene l’accesso e la comprensione dei dati sia ancora un ostacolo reale, si stanno sviluppando piattaforme d’analisi “self service”, che permettono all’utente finale di muoversi agevolmente nei database per estrarne le informazioni richieste. Parallelamente, per alleggerire gli archivi, si moltiplicano i dispositivi di Data Preparation, preposti a raccolta, selezione e accorpamento dei dati.
L’ultima frontiera dello sviluppo nell’utilizzo di Big Data è la crescita dei cataloghi, che semplificano la ricerca dei dati: tra le compagnie dedicate a questa attività ci sono Alation e Waterline, che ricorrono al “machine learning” per automatizzare il lavoro di ricerca di dati entro Hadoop.
Il mondo dell’analisi dei dati è ormai, dunque, un settore chiave del mondo digitale ma rimane ancora molto complesso, e richiede una formazione sempre più mirata e approfondita. Le aziende cercano Data Scientist, professionisti capaci di guidarle nella trasformazione digitale e indicare nuove opportunità di business. Bologna Business School propone un Master full-time in Data Science rivolto ai neolaureati: il master, garantendo una solida preparazione informatica, la comprensione degli aspetti tecnologici del digital business e la conoscenza delle dinamiche aziendali, mira a formare studenti destinati a dedicarsi al “lavoro più interessante del XXI secolo”. Gli aspetti generali della trasformazione digitale, con un focus particolare sulla Cyber Security, sono affrontati nel Master in Digital Technology Management/Cyber Security.