Case stampate in 3D per salvare il mondo. Massimo Moretti racconta il progetto WASP

Dicembre 4, 2018

Massimo Moretti, Fondatore e CEO di WASP, azienda leader nel settore della stampa 3D, è stato ospite di Bologna Business School per il terzo Innovation Talk dell’edizione autunnale. Durante il suo intervento Maker Economy Starter Kit, Moretti ha condiviso con la Community di BBS la missione di WASP, ovvero il progetto di creare una casa economicamente accessibile e a basso impatto ambientale, stampata con un’innovativa tecnologia capace di unire il materiale più antico, la terra, al sapere più moderno.

Le risorse del pianeta non sono sufficienti a sostenere l’esplosione demografica in atto e cambiare i modelli di sviluppo è una sfida che il team di WASP affronta quotidianamente, lavorando per divulgare le tecnologie più avanzate e incentivare l’autoproduzione tramite lo sviluppo di innovative stampanti 3D. Una sfida, questa, raccolta nel 2012 con un obiettivo tanto chiaro quanto ambizioso alla guida del team e del progetto: stampare case per tutti con materiali ecocompatibili a km0, per favorire lo sviluppo di una società fondata su un’idea di parità, meritocrazia e benessere condiviso.

“Alla fine, noi siamo maker, un gruppo di persone che amano fare, ma che non hanno una specifica conoscenza tecnica o scientifica. Però abbiamo a disposizione il web e un sapere collettivo che dà la possibilità a tutti di essere degli attori protagonisti in questo mondo soggetto ad un’evoluzione sempre più rapida,” racconta Massimo Moretti ricordando gli inizi, quando erano più le domande delle risposte. “Questa notte, accadrà qualcosa di grandioso, la prima sonda esplorativa inviata dall’uomo atterrerà su Marte. L’uomo ha questa capacità unica di rendere abitabili anche i luoghi più ostili. Eppure, se guardiamo la Terra, vediamo che c’è una grandissima concentrazione di persone in pochi spazi. Entro il 2050 serviranno case per 30 miliardi di uomini e forse, prima di pensare alle colonie su Marte, dovremmo impegnarci a rendere vivibili gli ampi spazi deserti del nostro meraviglioso pianeta.”

Piccoli sottili pensieri prendono forma depositandosi. È questo il pensiero guida dell’azienda, ispirato alla vespa vasaia. “Come la vespa crea una casa utilizzando il materiale che trova sul posto, così noi depositiamo materiale poco alla volta con le nostre stampanti 3D e, pensiero dopo pensiero, cerchiamo di costruire case e oggetti per cambiare il mondo che ci circonda,” spiega Moretti. Il progetto WASP infatti non è solamente tecnologia applicata ad un ideale, ma un esperimento umanistico: navigando fra arte e scienza, economia e politica, WASP progetta apparati e modelli di sviluppo sostenibile condividendone la visione con 12 HUB in Italia e all’estero.

 

“Non siamo così pazzi da credere di poter salvare il mondo, ma siamo così pazzi da lavorare per farlo.” – Massimo Moretti

 

“Abbiamo costruito la prima stampante per stampare argilla con componenti acquistati dal ferramenta, per cominciare con qualcosa di piccolo e man mano imparare. Ci eravamo dati un obiettivo: se fossimo riusciti a raddoppiare di anno in anno le dimensioni della casa, entro 4 anni saremmo stati capaci di stampare una casa vera,” ricorda Moretti. Gaia, la prima casa realizzata con terra cruda locale (a km zero), e scarti della lavorazione del riso (paglia e lolla di riso), è infine diventata realtà ed è stata presentata da WASP il 6 e 7 ottobre 2018 a Massa Lombarda (RA). “La casa è in classe A4 e non ha bisogno di riscaldamento. Dove abbiamo preso la terra per costruirla e nato un laghetto con i pesci, i quali producono azoto e a loro volta alimentano un giardino verticale stampato con plastiche riciclate. Non volevamo creare solo un’abitazione ma un piccolo ecosistema che potesse dare serenità a chi lo abita,” aggiunge il fondatore di WASP.

Il progetto WASP si dimostra unico nel suo genere sia per l’importante obiettivo che si pone che per il modello economico sul quale si basa. “Il progetto è nato senza nessun tipo di finanziamento, ma con l’idea che sarebbero state le stampanti stesse a servire da moneta di scambio. È la nostra visione a generare il progetto, che si trasforma poi in prodotto, il quale a sua volta alimenta e finanzia la visione. Infine, la nostra visione promuove i prodotti e crea un circolo perfetto,” spiega ancora Moretti.

Oltre al diritto alla casa, i 6 campi di azione di WASP comprendono anche il diritto al cibo, alla salute, all’energia, al lavoro e alla cultura. “Un settore molto importante sul quale stiamo puntando è l’Officina ortopedica digitale. La stampa 3D è particolarmente adatta per creare prodotti che si adattano perfettamente al corpo umano.” La fabbricazione digitale coadiuvata dalla stampa 3D riguarda perciò tutti gli ambiti che possono aiutare l’uomo a provvedere alle proprie necessità e migliorare le proprie condizioni di vita. “Nel 2015 abbiamo inoltre realizzato il Maker Economy Starter Kit, un container con tutto ciò che serve per produrre in autonomia le risposte ai bisogni di una comunità,” racconta ancora Moretti, spiegando come tra gli interessi primari di WASP ci sia principalmente quello di sviluppare non solo le tecnologie, ma soprattutto i processi necessari per poterle utilizzarle in maniera indipendente ed autonoma.

“WASP si candida, nei prossimi anni, a diventare leader mondiale della stampa 3D in scala architettonica e puntiamo a dimostrare che si può costruire una casa anche con materiali naturali. Sul mercato, ci troveremo a competere con chi costruisce in cemento, ma possiamo essere più efficienti in termini di costi, velocità di trasporto e costruzione,” conclude Massimo Moretti, annunciando la partecipazione di WASP a EXPO Dubai 2020, dove l’azienda avrà modo di condividere il suo visionario progetto con il mondo.

 

“Un nuovo modello in cui tutto può essere autoprodotto, dove esiste la possibilità di non dipendere quindi da entità invalicabili che detengono il monopolio produttivo. La nostra ricerca è incentrata sul benessere collettivo e la conoscenza condivisa. Non è necessario essere grandi per trattare grandi temi, sono proprio questi contenuti a dare un senso al nostro operato.” – Massimo Moretti

 



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