Il 16 novembre scorso è stata presentata al pubblico la Dallara Stradale, la vettura nata a Varano de’ Melegari, sulle colline parmensi, e che va ad incastonarsi come ennesimo gioiello dell’eccellenza italiana nella Motor Valley nostrana, che da Sant’Agata Bolognese e Borgo Panigale passa per il Tridente di Modena e il Cavallino di Maranello.
La storia della prima vettura interamente progettata e realizzata da Dallara Automobili sotto il proprio marchio si lega, in un preciso istante della sua genesi, a Bologna Business School e ad un giovane Project Manager, Daniele Guarnaccia, studente dell’Executive Master in Technology and Innovation Management nell’A. A. 2011/2012.
Danele ci racconta la sua storia e il suo legame con la nuova nata in casa Dallara.
Nascere con una passione. Le automobili.
All’età di 5 anni chiesi a mio fratello, che collezionava modellini, chi costruiva le macchine. Quando mi disse che le macchine venivano fatte dagli ingegneri meccanici, decisi che quella sarebbe stata la mia strada.
A Catania, dove sono nato, ho scelto la strada dell’ingegneria meccanica alla triennale, mentre la fortuna ha voluto che in quegli anni avessero istituito una laurea magistrale in veicoli terrestri. Allora è cominciata anche un’altra costante della mia vita, ovvero la Formula SAE, che prevede la progettazione e la costruzione di una macchina da corsa e alla quale partecipano gli atenei più importanti del mondo. Nella mia città ne fui il promotore e per questo motivo ho passato il periodo della biennale tra lo studio e l’impegno come Team Leader della neonata squadra di Formula Student dell’Università di Catania. Ho girato l’Europa con il team ed ho potuto ulteriormente rafforzare la mia passione per l’automotive.
Dallara Automobili. Da sogno a realtà.
Dal periodo studentesco in poi ho sempre cercato di lavorare nel campo del motorsport, poiché era quella la mia passione primaria. Il leader mondiale in questo settore era appunto l’azienda dove lavoro adesso, la Dallara Automobili. Ho inviato la mia candidatura, ho fatto tutti i percorsi di selezione e nel 2008 sono entrato finalmente a far parte dell’azienda.
In Dallara ho iniziato un percorso che non era esattamente quello che desideravo, ma pensai che avevo ancora moltissimo da imparare e che quello sarebbe stata comunque un’esperienza eccezionale. Io ero più legato alla fase di ricerca, matematizzazione dei modelli e dinamica del veicolo, ma venni assunto come progettista. Ho fatto 2-3 anni di progettazione delle vetture da corsa e li ho avuto la fortuna di ‘incontrare’, per così dire, la Dallara Stradale.
Dallara Stradale. Il progetto.
L’idea della Dallara stradale è partita già negli anni 2000, rievocata e accantonata a più riprese. Ogni volta che prendeva il via, veniva poi puntualmente messa da parte per dare priorità ai progetti avviati con i clienti esterni.
Nel 2010 cominciai per la prima volta a lavorare sulla Dallara Stradale con un cliente dell’azienda. Inizialmente si pensò di attuare delle sinergie per la realizzazione della vettura, ma anche questa volta il progetto si trasformò in un lavoro commissionato dal cliente esterno che ovviamente influenzava e coordinava le scelte sul prodotto. l’Ing. Dallara mi nominò coordinatore del progetto che, seppure si concluse come consulenza per conto terzi, mi aprì gli occhi su un mondo completamente nuovo. Mi trovai per la prima volta a gestire un progetto e delle persone, con all’attivo qualche minima base di management acquisita in azienda.
La formazione in BBS. L’EMTIM.
Alla fine della consulenza mi è stato riconosciuto il ruolo effettivo di Project Manager ed è allora che ho iniziato a reinvestire sulla mia formazione, per completare il mio profilo professionale con le skill che ancora mi mancavano. L’azienda mi propose di partecipare all’Executive Master in Technology and Innovation Management, a Bologna Business School, e ovviamente non me lo sono fatto chiedere due volte. Ho cominciato l’EMTIM nel 2012 ed è stato incredibilmente emozionante mano a mano capire come gestire la creatività, la conoscenza dei bilanci aziendali, il project management, la gestione delle proprietà intellettuali e tanto altro che già avevo intravisto parzialmente lavorando nella mia azienda, ma che non avevo mai affrontato in prima persona.
Durante l’EMTIM l’idea della Stradale c’era già e a quel punto ho pensato di dover mettere a frutto l’ottimo gruppo di lavoro e i professori a disposizione. Avevo l’occasione di realizzare un bilancio e un piano di project management, ricerche di mercato e swot analysis. Quello era il momento migliore per strutturare un business plan che, indipendentemente dall’avvio effettivo del progetto della Stradale, ne avrebbe comunque gettato le basi. Il programma dell’EMTIM mi ha permesso di ipotizzare uno scenario economico e di intervistare circa 70 persone sulle caratteristiche che avrebbero maggiormente gradito ritrovare sulla vettura. Il gruppo di lavoro oltre che da me era composto da, un collega Dallara ed altri quattro giovani ingegneri con competenze e provenienze molto diverse tra loro. Il Project Work scelto durante l’EMTIM, che calzava perfettamente a tutti, ci ha permesso di affiancare a idee già esistenti dei solidi aspetti commerciali, di marketing e di finance.
Da progetto a vettura. La realizzazione.
Dalla mia nomina a Project Manager ho avuto modo di seguire dei bellissimi progetti con i nostri clienti, raccogliendo moltissime soddisfazioni. Nel 2015 però avvenne la svolta, quando il l’Ing. Pontremoli promise all’Ing. Dallara che la Stradale sarebbe stata finalmente prodotta. Per definire una data certa, venne scelto il 16 novembre del 2016. In occasione del suo ottantesimo compleanno, l’Ing. Dallara avrebbe potuto avere il primo prototipo marciante. A quel punto feci un ulteriore step nella mia carriera e fui incaricato di seguire il progetto come Program Manager. Divenne una grande sfida, per tutti noi.
Ho potuto così utilizzare concretamente tutti i concetti appresi durante le lezioni dell’EMTIM e del Project Work. Nelle fasi di progettazione e realizzazione della Dallara Stradale siamo arrivati ad impiegare 50 persone a tempo pieno nei momenti di picco, con un approccio assolutamente interdisciplinare. La Dallara Stradale non rappresentava più solo la realizzazione del sogno dell’Ing. Dallara, ma anche un’opportunità per l’azienda per dimostrare tutte le proprie competenze e conoscenze: aerodinamica, compositi, e dinamica del veicolo. La sfida è stata proprio quella di mettere insieme tutti gli spazi di innovazione presenti in azienda, compresi quelli più borderline. Competenze diverse, sviluppate in momenti e per progetti diversi, riunite in un unico prodotto. Il nostro.
La vettura su strada. Il futuro.
Il 16 novembre di quest’anno il progetto è diventato pubblico. Abbiamo organizzato le linee di produzione e l’omologazione della macchina. La più grande emozione è stata vedere l’Ing. Dallara uscire dalla fabbrica guidando la vettura numero 1. Prevediamo per i prossimi 5 anni un volume a numero chiuso di 600 vetture, le quali verranno destinate al mercato Giapponese ed Europeo.
Guardando verso il futuro, ci piacerebbe far evolvere ulteriormente questo prodotto ed entrare nel campo dell’elettronica e della connettività, sebbene non sia prettamente il mondo di Dallara. La Dallara Stradale, così come la nostra azienda, possono crescere con tutta una serie di contenuti che stiamo vedendo evolversi negli ultimi anni, dalla realtà aumentata all’intelligenza artificiale. Inoltre, vorremmo poter creare una comunità di appassionati della vettura, facendola così diventare un punto d’incontro tra le persone.
I futuri studenti dell’EMTIM. Un consiglio.
Consiglio ai futuri studenti dell’EMTIM di avere lo stesso approccio che ho avuto io, ossia affrontare gli studi avendo ben chiaro in testa un progetto concreto al quale applicare le nozioni apprese durante le lezioni, le ore di studio, i project work e gli esercizi. Ne trarranno un enorme beneficio, così come è successo a me.