“Bologna sta registrando un aumento importante del flusso di turisti. Soprattutto di quelli stranieri, che nel 2015 hanno rappresentato il 50% del totale confermando il trend di crescita degli ultimi anni. E in città stiamo lavorando per offrire loro opportunità sempre più innovative”. Parola di Patrik Romano, managing director di Bologna Welcome, il servizio di informazione e accoglienza turistica in città, che ha incontrato gli studenti del Master in Marketing, Communication e New Media.
Per molti turisti Bologna Welcome è la prima interfaccia con la città. Come si riesce a capire qual è la soluzione da proporre alle diverse tipologie di turista?
Il dialogo con i turisti ha vari momenti. Bologna attualmente ha principalmente un turismo leisure di short break, quindi il primo contatto del turista con la città avviene mesi prima del viaggio, quando lo pianifica o acquista un biglietto aereo. L’interfaccia principale è il nostro sito web che, oltre ad essere strutturato con un’area eventi, offre una serie di percorsi tematici che tendono a intercettare le esigenze di chi arriverà in città. Oltre al sito, c’è l’informazione che forniamo in loco. Essa si articola su tre canali: i punti di accoglienza (in aeroporto, in piazza Maggiore e, ci auguriamo, dall’anno prossimo anche in stazione); i canali social; una newsletter sugli eventi che si svolgono in città, disponibile ogni mattina negli hotel. Nei punti informativi al turista vengono fatte proposte mirate in base alle sue esigenze, ad esempio visite guidate o percorsi specifici.
Di che tipo di manager ha bisogno l’industria turistica in Italia? Quale percorso formativo consiglierebbe a un giovane che volesse lavorare in questo settore?
Ritengo che il settore turistico debba innanzitutto essere riconosciuto come industria. Per gestirlo è fondamentale il Destination Management, che è una disciplina molto complessa perché al cliente non si propone un prodotto specifico, ma una destinazione che presenta una molteplicità di aspetti da promuovere. Quindi bisogna avere delle competenze ampie sia in termini economici che di marketing, oltre a una grande sensibilità per tutto ciò che attiene agli aspetti culturali. Troppo spesso si arriva a occuparsi di questo settore improvvisandosi manager del turismo. Il mio augurio è che, sempre più, si sviluppino dei corsi e dei profili professionali dedicati al turismo e al suo management.
Parlando di tecniche di promozione, qual è la strategia di marketing per una singola città o per un intero paese per competere a livello turistico sui mercati internazionali?
Prima di scegliere gli strumenti operativi una destinazione deve ragionare sulla qualità dei contenuti che vuole proporre. I contenuti devono essere poi veicolati seguendo le regole dei singoli canali. Bisogna ricordare che il turista ha bisogno di contenuti specifici dedicati. Per questo noi di Bologna Welcome abbiamo una redazione interna che lavora sui contenuti che poi distribuiamo in multipiattaforma. Sono convinto che le campagne stampa tipiche degli anni 70, in cui si proponeva una destinazione in modo generico, puntando sulla pura fascinazione, non abbiano più efficacia. Ormai il turismo si divide per nicchie, per prodotti, per mercati, quindi bisogna dialogare con i singoli usando strumenti diversi. Tra questi gli strumenti del digital marketing sono fondamentali. Bisogna però attrezzarsi perché per usarli in modo efficace occorrono competenze specifiche, professionalità che non si possono improvvisare, ma che bisogna far crescere.
Pensa che come destinazione turistica Bologna sia competitiva sul piano nazionale e internazionale? Quali sono gli elementi di forza su cui puntare?
Bologna sta facendo un percorso molto interessante, partito da un assessment sulla percezione della destinazione sulla base di un questionario distribuito ai turisti negli alberghi e a chi negli ultimi 10 anni è venuto a Bologna e di vari focus group, in cui sono stati coinvolti opinion leader in città e a livello nazionale. Inoltre sono state condotte un’analisi semantica sul web e un’analisi dei social. Da lì è emerso un quadro di come Bologna sia percepita. È seguito poi un concorso sul City branding per il nuovo logo della città (unico nel suo genere, in quanto capace di generare simboli grafici per ogni concetto si voglia esprimere) e su questo è stata impostata, da parte dell’amministrazione, la promozione della destinazione. Bologna viene apprezzata per due elementi: autenticità e esperienza. Autenticità, perché rappresenta l’essenza del Made in Italy: è una città in cui puoi vedere le varie parti del nostro Paese racchiuse in un luogo unico. I turisti hanno segnalato che Bologna è un luogo che ti fa sentire subito a tuo agio, meno finta di altre destinazioni che lavorano più su un turismo di massa e che sono più omologate. L’altro aspetto è quello dell’esperienza, e questo riguarda il cosiddetto turista post-moderno, che non vuole solo vedere dei luoghi ma, appunto, vivere delle esperienze. Quindi stiamo tarando la nostra offerta su questi aspetti. Siamo all’inizio di un percorso, e adesso stiamo investendo su quattro temi in termini di promozione, comunicazione e organizzazione del prodotto turistico: City of Food, City of Motors, City of Culture and City of Music.
Nonostante in Italia i turisti aumentino, spendono meno rispetto a Spagna e Francia. Come si può aumentare il peso del turismo sul PIL?
Migliorando le strutture, i servizi, e il prodotto. È una ricetta semplice, ma su questi aspetti nel nostro Paese dobbiamo lavorare moltissimo.
Quale consiglio darebbe a uno studente che vuole lavorare in questo settore?
Quello del turismo è un settore bellissimo dove c’è molto da fare. In Italia si è sempre pensato che bastino le bellezze naturali e artistiche per assicurare un grande e costante afflusso di turisti. Ma oggi non è più così. C’è bisogno anche di professionalità: altri Paesi lo sanno e hanno già investito sul management del turismo. Dobbiamo farlo anche qui, affinché i turisti scelgano di venire qui non solo per le bellezze ma anche per il servizio, per l’accoglienza e per i prodotti.
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