Intervista a Samantha Morrison, Ethics & Compliance Head Italy at Philip Morris International
L’11 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza. Una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015 con l’obiettivo di promuovere iniziative per favorire la piena parità di genere nelle scienze.
Un’esigenza che nasce a partire dalla constatazione che il divario di genere nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) è ancora troppo ampio e spesso dovuto a pregiudizi e stereotipi di genere che penalizzano le donne fin dall’infanzia.
Basta pensare che, secondo il rapporto 2022 Laureate e laureati: scelte, esperienze e realizzazioni professionali di AlmaLaurea, a fronte di risultati simili o addirittura superiori a quelli della componente maschile all’età di 15 anni, le donne hanno una probabilità di laurearsi in un percorso STEM del 69,3% inferiore agli uomini. Nell’anno accademico 2020/21, infatti, le donne immatricolate in corsi di laurea STEM sono state il 21%, mentre gli uomini sono il doppio (42%; MUR-USTAT, 2021c).
Un risultato coerente con i dati AlmaLaurea, secondo cui, tra le laureate nel 2020, consegue il titolo in percorsi STEM il 18,9%, mentre tra gli uomini la percentuale è del 39,2%. Una recente indagine (OECD-PISA, 2018) ha messo in evidenza come, a livello di genere, le performance femminili sono migliori di quelle maschili nella lettura (in Italia il vantaggio per le donne in lettura è di 25 punti, nella media OECD è di 30 punti), ma inferiori in matematica (in Italia 16 punti di divario a favore degli uomini, 5 punti per la media dei Paesi OECD). Nelle scienze uomini e donne ottengono risultati simili nel nostro Paese, mentre nei Paesi OECD la componente femminile ottiene risultati leggermente superiori. Uno scenario che mette in evidenza come il gender gap in matematica possa avere forti implicazioni sulla scelta dell’orientamento scolastico e universitario, suggerendo l’influenza degli stereotipi impliciti, cioè comportamenti che ragazze e ragazzi mettono in atto inconsapevolmente (INVALSI, 2021).
Anche nella formazione post-laurea si rileva una bassa concentrazione femminile negli ambiti STEM: nel 2016, tra chi era in possesso di un dottorato di ricerca nel campo ICT la quota di donne era il 25%, in engineering, manufacturing and construction il 37% e in natural science, mathematics and statistics il 53% (Commissione europea, 2019).
In occasione della Settima Giornata Internazionale per le Donne e le Ragazze nella Scienza, abbiamo chiesto a Samantha Morrison, Ethics & Compliance Head Italy at Philip Morris International e neoletta Co-President della BBS Alumni Association, di raccontarci il suo punto di vista di laureata in Matematica con un Master in Accounting and Finance.
Partiamo da alcuni dati. Secondo un report di Save the Children tra gli studenti con alto rendimento nelle materie scientifiche, solo 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioni scientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi. Quanto incidono cultura, educazione, pregiudizi e modelli appresi in famiglia su questa aspettativa?
A mio avviso, sia la famiglia che l’ambiente esterno possono influenzare le ambizioni dei bambini, sia in positivo sia in negativo. Se una ragazza è così fortunata da avere genitori che la crescono nella convinzione di poter fare tutto ciò che vuole, ha un vantaggio rispetto alle ragazze che crescono sentendosi dire che gli uomini sono ingegneri e le donne sono insegnanti. Le norme sociali, l’istruzione e la cultura possono avere esattamente lo stesso effetto. Ho avuto la fortuna di sapere che, con un po’ di duro lavoro, potevo fare tutto ciò che volevo. Ho scelto di studiare matematica semplicemente perché ero brava e mi piaceva e, anche se attualmente non lavoro in un campo scientifico, la mia formazione STEM mi ha dato una forma mentis che mi ha aiutato nel corso di tutta la mia carriera.
In termini di leadership, nel mondo STEM qual è la tua percezione rispetto al gender gap? Esiste un pregiudizio nei confronti delle donne, quando si tratta di concorrere per un ruolo importante nel settore scientifico?
I dati purtroppo mostrano che esiste chiaramente un divario di genere nel mondo STEM e parte di questo può sicuramente essere spiegato con il pregiudizio. Ma le cose stanno cambiando e credo che continueranno a cambiare a un ritmo sempre più veloce. “Women in STEM” è una delle tante grandi iniziative a livello globale che possono aiutare a ridurre questo divario e contribuire a promuovere il pieno potenziale delle donne nel settore scientifico. Vedo sempre più esempi di grandi donne in posizioni STEM senior che dimostrano che questo può accadere. Penso che il loro esempio dovrebbe dare a tutte noi la speranza che il mondo professionale stia diventando più equilibrato, con una minore discriminazione di genere. Non ci siamo ancora, c’è ancora molto lavoro da fare ma… penso davvero che possiamo essere ottimisti sul fatto che le cose stiano cambiando in meglio. Ad esempio, dove lavoro, in Philip Morris Manufacturing & Technology, il Leadership Team è composto per oltre il 50% da donne, molte delle quali sono ingegneri o hanno un background scientifico e l’azienda ha ottenuto la certificazione Equal Salary che garantisce parità retributiva tra gli uomini e le donne che svolgono la stessa mansione.
Complimenti per la nomina a Co-President della BBS Alumni Association! Quali sono le tue aspettative e i tuoi obiettivi per questo nuovo impegno?
Grazie! Ho avuto la fortuna di essere stata preceduta da Pinar e Paola (un’altra “donna STEM”, in quanto Ingegnere), che hanno avuto il difficile compito di guidare il primo anno dell’Associazione e di gettare le basi sulle quali costruire. Siamo ancora in fase di start up, ma abbiamo già molti piani per il 2022. Uno dei nostri principali obiettivi per quest’anno è quello di continuare a far crescere l’Associazione, sia in Italia sia a livello internazionale. A seguito della creazione di diversi capitoli locali in Italia, stiamo ora promuovendo la fondazione di capitoli internazionali in alcune delle principali città del mondo con Alumni BBS. Stiamo anche pianificando di migliorare l’offerta di webinar ed eventi per i nostri ex studenti in modo da fornire opportunità di networking e sviluppo personale ai nostri membri. Tutto questo grazie al supporto dei Co-presidenti, dei membri del Board of Alumni e, naturalmente, di Bologna Business School.
Che consiglio daresti a una quindicenne appassionata di materie STEM che sogna un futuro nella scienza o nella matematica?
Credi nei tuoi sogni! Cosa ti può fermare? Sei il futuro! Sono stati fatti molti progressi e sono certa che quando una quindicenne di oggi arriverà al termine del proprio percorso educativo, i divari di genere nelle STEM, o in qualsiasi altro contesto, saranno solo un ricordo. Il cambiamento positivo rispetto ai temi di inclusione e diversità sta accelerando e le donne nelle discipline STEM sono una parte fondamentale di questa evoluzione!