La Graduation 2017 è stata dedicata all’argomento dell’Intelligenza Artificiale e del suo manifestarsi sempre più sofisticato e pervasivo. Ma oltre all’evoluzione dell’Industry 4.0 si è parlato anche della crescita di Bologna Business School con due obiettivi: aprirsi allo sviluppo di nuove comptenze sempre più distintive e dotare la Community degli Alumni di strumenti efficaci.
Una community composta da studenti provenienti da 48 Paesi. Bologna Business School nell’Aula Magna di Santa Lucia dà il benvenuto agli Alumni e alle loro famiglie in occasione della Graduation. Presenti in platea fra gli altri il ministro dell’ambiente Galletti, il Governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini, il Prefetto di Bologna Piantedosi, il Presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi Monaco. Sul palco, nell’introdurre la cerimonia, il Dean di BBS Massimo Bergami ricorda anno per anno i passi della Business School. Dalla sua nascita nel 2000, quando si chiamava Almaweb, con una visione innovativa trattava già di Information Technology utilizzando una didattica interdisciplinare. Nel 2002 la nascita dell’Executive Master in Business Administration e nel 2003 la prima Graduation. La sede della Scuola, nella prestigiosa Villa Guastavillani, fa il suo grande debutto nel 2005 e un anno dopo avviene la fusione con Profingest. Con il 2009 la scuola entra nella classifica internazionale di Eduniversal, fase che porterà nel 2011 a fondare l’EMBA Consortium insieme ad altre business school internazionali. Nel 2014 il Global MBA ottiene l’accreditamento EPAS dell’EFMD, nel 2015 la trasformazione della forma giuridica in fondazione per consolidare il legame con l’Università e il territorio e dare vita a Bologna Business School. Quest’anno due eventi rilevanti sono il secondo accreditamento EPAS per il master il Master in Human Resources and Organization del professor Morandin e la costituzione, sancita proprio in occasione della Graduation, dell’associazione degli Alumni BBS. “Sono passi importanti perché danno garanzia del rispetto di standard internazionali” spiega il Dean Bergami. Il Dean Bergami ha parlato anche del futuro, puntando l’indice verso la crescita internazionale, i percorsi di accreditamento e la rivoluzione digitale. “Ma BBS -conclude Bergami- non intende fare questo percorso da sola, bensì insieme a tutta l’Università, alle imprese e alle istituzioni. Quando siamo nati abbiamo messo assieme una faculty di manager, informatici e umanisti, una scelta che ci rende unici e ci consente di realizzare nuovi percorsi formativi al passo con il tempo”.
Entra in scena Bepper, il robot ospite speciale della giornata. Si muove circospetto sul palco osservando l’ambiente con la curiosità di un bambino. In realtà sta misurando gli spazi per apprendere come muoversi in autonomia. Interrogato da un giovane studente della Facoltà di informatica dell’Università di Bologna spiega come la memoria sia la somma di impressioni, la verità un concetto difficile da definire e spiega alcuni termini di finanza, offrendo infine la sua collaborazione per lavorare in team con i tutor BBS. “Sarà utile ai tutor per dedicarsi a compiti più alti” spiega il professor Marco Roccetti, Associate Dean di BBS.”È un esempio di intelligenza aumentata, perché è in grado di imparare dalla collaborazione con i docenti della scuola, delle aziende, degli alumni, e grazie alle informazioni fornite dal progetto Watson di IBM. È un servizio di consultazione rivolto agli studenti”. “Quando cerchiamo su Google pensiamo di avere tutte le informazioni disponibili. E invece è solo il 7/8%. Il resto è conservato nelle aziende, di qualsiasi dimensione esse siano.” Enrico Cereda, Presidente e Amministratore Delegato IBM Italia, presenta il problema della raccolta e conservazione dei dati. “Queste informazioni sono immagini, suoni, video che i normali calcolatori non riescono a importare. Serve il machine learning per trarre valore da questi dati.” Quindi Cereda affronta le paure e le criticità dell’Industry 4.0, proponendo alcune regole di base. “Oggi i sistemi di IA permettono di pensare e interagire col linguaggio naturale. IBM ci lavora da 10 anni. Quando si parla di intelligenza artificiale ci sono dubbi etici, riguardanti ad esempio la perdita del lavoro umano. Noi di IBM proponiamo tre punti per verificare il corretto utilizzo dei robot da specificare quando viene utilizzata l’intelligenza artificiale: Non deve sostituire ma supportare l’uomo. Le decisioni devono essere prese dall’essere umano. Creare le skill necessarie per interagire e governare il processo. Queste skill mancano in modo particolare in Italia. È necessaria una collaborazione attiva fra aziende e mondo universitario per creare le competenze. BBS è prima scuola al mondo che si occuperà di IA applicata al mondo manageriale“.
Da uno dei due pulpiti centrali dell’Aula Magna si affaccia Simone Martini, Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Bologna, per il suo speech. “Se questi strumenti possono prendere decisioni, di chi è la responsabilità delle scelte? La società deve interrogarsi su questo problema. Nella scuola superiore non si insegna quasi nulla del linguaggio digitale. Ricordiamo il messaggio di Don Milani: la conoscenza della lingua ci rende uguali. Chi detiene la lingua digitale potrebbe diventare oppressore se questa non verrà condivisa e diventerà di utilizzo comune.” Anche Romano Prodi suggerisce cautela e consapevolezza “Sappiamo che il 50% dei lavori cambieranno. E dal punto di vista dell’efficenza quella degli uomini contro i robot è una battaglia perduta. Ma ciò che ci compete è come gestire questa rivoluzione. Quella tecnologica è una forza che produce una spaccatura se non viene guidata dalle pubbliche amministrazioni, le imprese, le università.” Infine rivolgendosi agli Alumni “Voi sarete l’elite che governerà questo cambiamento. Abbiate la capacità di trasferire queste conoscenze a tutta la comunità, soprattutto quella emiliana”.
Due alumnae di Bologna Business School dal palco raccontano la loro esperienza “Siamo stati in BBS per la trasformare la nostra vita aggiungendo un nuovo pezzo alla nostra strada. Siamo quelli che si aspettano tante cose, nel contesto del cambiamento economico e sociopolitico. Abbiamo sacrificato il sonno per studiare, dimostrando di sapere di avere ancora molto da apprendere. Abbiamo entusiasmo, l’età giusta e nessuna scusa per non farlo. Abbiamo il dovere di essere coraggiosi. In bocca al lupo a tutti noi e facciamo di questo investimento l’uso migliore.” E ancora una studentessa straniera “Dopo questa esperienza sono più fiduciosa nelle mie capacità e sono cresciuta nelle mie competenze”. Il discorso conclusivo è quello di Brunello Cucinelli. Un tributo alla più antica università d’Europa, al più giovane Magnifico Rettore d’Italia, umbro come lui. “Abbiamo attraversato trent’anni di crisi di civiltà, non di crisi economica. Una crisi segnata da molti errori dei senior nei confronti dei giovani. Abbiamo inculcato la paura del futuro, abbiamo detto di essere migliori di loro, gli abbiamo detto di smettere di studiare per trovare lavoro. Ora dobbiamo ripartire da questa grande rinascita tecnologica in cui credo moltissimo”. E ancora “Studiate, ma il giusto. Il resto dedicatelo ai rapporti umani. Riequilibrate il rapporto fra dono e profitto. La rigenerazione nella produzione industriale dimostra che si andrà verso un declino del consumismo”. Infine un invito simbolico: “Lasciate una città più bella di quella che avete ricevuto”. La Graduation 2017 si è chiusa con il conferimento dei diplomi da parte del Magnifico Rettore Francesco Ubertini.