Eric Schmidt, co-fondatore di Schmidt Futures e leader di Google per oltre vent’anni, ha ricevuto la laurea honoris causa in Direzione aziendale dall’Università di Bologna, nella persona del Magnifico Rettore Francesco Ubertini.Dopo una laudatio da parte del Dean Max Bergami che, in qualità di proponente, ha messo in luce il talento, la capacità di visione e lo straordinario percorso professionale di Schmidt. Un percorso che passa anche da Bologna, come ha poi sottolineato lo stesso Schmidt svelando un profondo e sincero attaccamento alla città che lo ha accolto da giovanissimo come cittadino per un periodo di due anni.
Il Magnifico Rettore Francesco Ubertini ha voluto celebrare questo evento insieme agli oltre 1500 diplomandi riuniti in piazza Maggiore, ma anche insieme a tutta la città di Bologna, che torna a vivere come una vera comunità, con l’Alma Mater e BBS insieme in piazza, al di fuori delle consuete mura istituzionali.
“Avere con noi oggi un protagonista del cambiamento come Eric Schmidt credo che sia il modo più appropriato per festeggiare i vent’anni di BBS. La sua presenza qui, al centro della città, vuole anche essere un segnale per il grande movimento di innovazione tecnologica che Bologna sta vivendo e che segnerà la vita di Università e città nei prossimi anni”. Ha detto Ubertini, che ha aperto la cerimonia introducendo Schmidt, del quale ha voluto evidenziare la “capacità straordinaria di integrare perfettamente la strategia tecnologica in quella di business, di mantenere sempre una cultura orientata all’innovazione, di far crescere le attività più all’avanguardia assieme a quelle più consolidate, di vincere le sfide della competizione digitale su scala globale”.
Caratteristiche che hanno reso Schmidt “uno dei più importanti businessman del mondo contemporaneo, non solo per i suoi risultati come manager, ma anche per il suo impatto sull’innovazione e sulla società nel suo complesso, per il suo contributo al mondo accademico e istituzionale e le sue iniziative filantropiche globali” come ha spiegato il Dean Max Bergami.
Nell’illustrare le motivazioni alla base del conferimento della laurea ad honorem, il Dean ha ripercorso le tappe della carriera e dello sviluppo professionale, accademico e filantropico di Eric Schmidt, sottolineandone il valore per la società nel suo insieme e chiudendo con una nota personale. “Negli ultimi due anni”, ha detto Bergami, “ho avuto la fortuna di poter interagire con Eric in modi diversi. Sono rimasto colpito da come lui riesca ad avere lo sguardo sempre puntato sul futuro, impegnandosi non solo per massimizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, ma anche per offrire un supporto a individui e comunità di talento nel loro sforzo di costruire il futuro. Ma, soprattutto, sono felice di aver incontrato un uomo che, nonostante il successo, il potere e la ricchezza, non ha perso la sua anima umanistica”.
Un’anima che ha avuto modo di emergere, conquistando la platea, durante il discorso dello stesso Eric Schmidt, che ha esordito con una vera e propria dichiarazione d’amore alla città di Bologna.
“Quando ero bambino giocavo intorno alla fontana di piazza Maggiore. Oggi per me è un onore tornare qui per ricevere un riconoscimento così prestigioso”, ha dichiarato in apertura della sua lezione dottorale. “L’Italia e Bologna hanno avuto un impatto profondo su di me, come persona e come professionista: oggi Google è una delle società più importanti al mondo anche grazie a questa città e a questo Paese. Una città e un Paese che non hanno nulla da invidiare ai modelli industriali più avanzati, compreso quello degli Stati Uniti. Il futuro dell’Italia è nell’impresa: qui l’innovazione non è un luogo, ma è costruita dalle persone”.
Un discorso che ha ispirato gli oltre 1500 diplomandi presenti, ai quali Schmidt ha voluto ricordare come talento e formazione siano due elementi che si valorizzano a vicenda – “education creates talent” – nel costruire persone mature e appassionate della conoscenza, in grado di far attecchire nel profondo e far germogliare e crescere nel tempo i semi della conoscenza. Infine, confermando l’anima umanistica messa in luce dal Dean nel suo discorso, Eric Schmidt si è rivolto direttamente ai diplomandi, invitandoli a continuare a sognare perché “l’Italia può diventare il più importante polo industriale del mondo. Qui può nascere una nuova Google, grazie a un nuovo Rinascimento tecnologico”.