Nella lista infinita di cosa cambierà per sempre con questa crisi, con annessi rischi e nuove opportunità da cogliere, rientra la figura del Wealth Manager, la cui consulenza all’interno di realtà pubbliche e private è destinata ad essere completamente ridefinita dalle circostanze attuali.
Abbiamo cercato di comprendere con Massimiliano Marzo, Direttore Scientifico del Master in Wealth Management – Gestione del Patrimonio, quali saranno i margini di azione dei consulenti in questo nuovo scenario.
“La situazione dei mercati finanziari è caratterizzata da elevatissima volatilità. Nella fase acuta della crisi, a livello globale, la capitalizzazione della borsa è crollata di 20 trilioni di dollari. Ciò ha creato in tutti gli investitori una situazione di grandissimo e giustificatissimo panico.
Il wealth manager in questa fase ha un ruolo fondamentale, ovvero quella di supportare i clienti con elementi di razionalità in una fase difficilissima. Di fatto si comporta come un medico: supportando i pazienti che sono in comprensibile ansia per la propria salute, utilizzando gli strumenti razionali della conoscenza e dell’analisi.
Nella fase attuale ci sono senz’altro strumenti di investimento che sono potenzialmente molto interessanti per mitigare le perdite subite. Ma è anche vero che un cliente che ha avuto perdite importanti, può non essere attirato dall’investimento: soprattutto perché la fase attuale può richiedere un atteggiamento di grande prudenza nel futuro.
Il ruolo di un wealth manager in questa fase è quello di cercare di ricondurre ad uno stato razionale l’ansia generata dalle fluttuazioni dei mercati finanziari e cercare di individuare nuove opportunità per il futuro.
Oggi la ricerca di un rendimento importante unito ad una buona liquidità, rappresenta uno sforzo importante per il consulente che deve cercare il prodotto adeguato al cliente. La parola d’ordine è sempre la stessa: razionalità”.
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Autore: Massimiliano Marzo