Bologna Business School conclude l’anno 2017 con due approfondite riflessioni sull’avvenire delle società occidentali e sullo sviluppo politico, spirituale ed economico delle stesse. Gli ultimi due appuntamenti con gli Innovation Talks dell’edizione autunnale hanno toccato temi di grande attualità con il giornalista e scrittore britannico Bill Emmott e il Professore Marco Ventura, nostri ospiti il 15 e il 19 dicembre.
Il Destino dell’occidente, come salvare la migliore idea politica della storia, è il provocatorio titolo dell’ultimo libro di Bill Emmott, edito in Italia da Marsilio Editore. Secondo l’autore, il perfetto bilanciamento tra apertura, liberalismo ed equità, ha generato più stabilità e prosperità di qualunque altro sistema nella storia. La provocazione del suo lavoro sta nella domanda che pone a sé e al pubblico: tutto ciò che abbiamo costruito è davvero sotto minaccia?
Se l’apertura e l’uguaglianza sono gli elementi costitutivi dell’idea di Occidente, come si spiega che una larga parte di questa nostra società aperta preferisca tornare ad isolarsi, appoggiando movimenti separatisti e politiche di chiusura come il Front National della Le Pen e l’America First di Trump? La chiave di lettura dei maggiori avvenimenti sociali e politici dell’ultimo decennio sta, secondo Bill Emmott, nella crisi economica del 2008 e nelle sue conseguenze. Quando queste hanno raggiunto le aree periferiche e rurali, già svantaggiate da un punto di vista occupazionale e di reddito, la popolazione si è rivoltata contro la globalizzazione e il suo simbolo: il capitale. Non si tratta di una vera propria preferenza data alle alternative politiche, ma di una decisa avversione alla situazione presente e l’evidente idealizzazione del passato.
Lo status quo da scardinare ad ogni costo, spesso a discapito delle libertà, è in qualche modo anche il tema centrale della Brexit. Nel marzo del 2017 BBS ha ospitato l’ambasciatrice britannica Jill Morris, la quale ha definito la Brexit come una scelta dalla quale non si poteva tornare indietro. “L’uscita dall’Unione Europea di per sé non mi preoccupa. A destare incertezza, al momento, è la mancanza di destinazione del mio paese,” aggiunge Emmott.
Se da un lato vediamo le istituzioni politiche fallire una dopo l’altra nel rispondere alle aspettative della popolazione, le comunità religiose rimangono saldamente al loro posto come principali fornitori di servizi di welfare, in modo autonomo o in collaborazione con lo gli enti pubblici. Solo negli Stati Uniti, le comunità di fede e le congregazioni contribuiscono all’economia del paese con 1,2 trillioni di dollari, che rappresentano più del fatturato delle 10 più grandi aziende Tech messe insieme, incluse Apple, Google e Amazon.
Marco Ventura, Professore di Diritto e Religione presso l’Università di Siena, nonché Direttore del Centro di studi religiosi presso la Fondazione Bruno Kessler, ha condiviso con noi il suo pensiero sull’emergente ruolo delle fedi e delle credenze nello sviluppo e nella crescita. L’impatto socio-economico delle congregazioni e dei loro programmi a sostegno dei più deboli è indiscutibile. Negli Stati Uniti 344.00 congregazioni creano e attuano 1.5 milioni di programmi di sostegno con l’aiuto di 7.5 milioni di volontari. Numeri che gli stati faticherebbero a raggiungere da soli, a maggior ragione nelle condizioni economiche attuali.
La vera sfida, che tocca in egual modo sia il mondo del business che le comunità di fede, riguarda il superamento della collisione tra libertà d’impresa e libertà religiosa. Secondo Ventura, è necessario ripensare la fede e la convinzione religiosa come un asset centrale al brand e all’identità delle aziende, rendendo un ambiente di lavoro multi-religioso non un ostacolo, ma una risorsa per le aziende. Inoltre, innumerevoli sono le opportunità per i professionisti di contribuire con competenze manageriali e strategie di business alle comunità religiose e alla gestione delle loro attività. Considerando il vasto impatto del loro operato, è auspicabile una collaborazione con le autorità statali al fine di definire politiche pubbliche orientate agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG).
Secondo Ventura le religioni hanno la possibilità e la necessità di evolversi e lasciare dietro di sé le connotazioni più violente legate ai testi sacri o alla loro storia. Il futuro e l’innovazione della religione stanno in una cooperazione responsabile tra il settore imprenditoriale e le comunità di fede, seguendo un comune sviluppo sociale che rafforzi le fondamenta sulle quali poggiano le diverse culture e tradizioni.
Uno dei temi centrali degli Innovation Talks di BBS è stata l’innovazione tecnologica e l’inarrestabile sviluppo del comparto digitale. In un certo senso, le scoperte scientifiche e tecnologiche sembrano essere le uniche idee che riescono davvero a superare i confini: fisici, intellettuali, politici e religiosi. Internet, ad esempio, è il caso emblematico di struttura sovranazionale che, con i dovuti pro e contro riesce a unificare attorno a sé gli interessi e le potenzialità del mondo. Probabilmente, l’avanzamento tecnologico preserverà parte della distanza tra i ricchi e i poveri del pianeta, ma rimarrà comunque uno straordinario strumento di unificazione, poiché si trasferisce con grande velocità dando anche alle classi sociali e alle aree geografiche più deboli la possibilità di migliorare le proprie condizioni.
Ciò che ormai da più di dieci anni chiamiamo crisi è solo in parte legata agli aspetti economici della nostra vita. Siamo stati incoraggiati a credere che si tratti di una crisi di valori, di morale e di etica. Indipendentemente dal fatto che ci si trovi in accordo o meno con questa posizione, è importante saper guardare alla tenace ricerca di trasformazione e innovazione anche negli ambiti più inconsueti. È dalle sfide e dalle difficoltà che nascono le vere opportunità.