L’indirizzo Società Benefit, Impresa sociale e Cooperativa del Master Universitario BBS in Gestione d’Impresa – Business Management si rivolge ai neolaureati che vogliono intraprendere una carriera manageriale nel settore delle società benefit e Bcorp, delle imprese che esercitano attività di interesse sociale, per finalità solidaristiche, adottando gestioni responsabili, trasparenti e senza fine di lucro.
Nell’ambito del programma MGIncontri, appuntamenti informali con executives di aziende che si raccontano, gli studenti del Master in Gestione d’Impresa hanno avuto l’occasione di incontrare la Dottoressa Valentina Fiore, amministratore delegato di Libera Terra.
Libera Terra è un marchio che raggruppa varie cooperative che aderiscono alla rete dell’associazione Libera, la cui mission è restituire al bene collettivo i territori liberati dalle mafie, ottenendone prodotti di alta qualità, attraverso metodi attenti all’ambiente e alla dignità della persona. Obiettivo del Consorzio Libera Terra è dare vita ad aziende cooperative autonome, autosufficienti e duratore, capaci di creare lavoro, generando un indotto positivo e un sistema economico virtuoso basato su legalità e giustizia sociale. Risarcire, infine, il territorio dei danni finanziari, morali, economici causati dalle mafie, rimane lo scopo più ampio.
L’avventura di Libera Terra è una delle più belle storie imprenditoriali italiane: eccellere per portare un messaggio di libertà e giustizia; primeggiare, utilizzando gli strumenti che usa qualunque azienda nel mercato, per creare benessere diffuso. Un sogno che si realizza, soprattutto per coloro che ambiscono a una professione che coniughi l’altissimo livello prestazionale a un altrettanto alta ambizione di miglioramento del mondo che ci circonda.
L’AD Fiore ha illustrato agli studenti la storia di Libera Terra. Nel 2001, l’associazione Libera lancia un bando pubblico per coinvolgere i cittadini: si fonda la cooperativa sociale per il reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati, dedicata a Placido Rizzotto, sindacalista ucciso da Cosa Nostra. È il primo progetto di impresa sociale stimolato da un’associazione: un’esperienza completamente pionieristica, che si sviluppa tra mille difficoltà sia di contesto sociale che territoriale.
Nel 2002 nasce il marchio Libera Terra che ha un effetto dirompente dal punto di vista comunicativo: oltre al racconto della guerra alle mafie, c’è la concretezza di un prodotto che le persone possono acquistare e usare, consumare.
Col passare del tempo, altre cooperative si interessano al progetto e confluiscono sotto il marchio Libera Terra, offrendo nuove energie al programma, ma generando, allo stesso tempo, un problema di marketing: con lo stesso nome si trovano prodotti completamente diversi, con livelli di qualità non omogenei e questo causa un danno a chi ha iniziato una strada imprenditoriale di autosostentamento, staccata dalle logiche assistenzialiste. Ciò è dovuto agli approcci diversi, quando non opposti, delle cooperative legate a Libera Terra: se per alcuni il risultato finale è solo un simbolo, il punto meno rilevante di un percorso solidaristico e dipendente da finanziamenti e donazioni, altri sono convinti che, invece, l’unico modo per essere credibili sul territorio sia creare prodotti di alta qualità attraverso imprese economicamente indipendenti.
Si apre un confronto tra i soggetti utilizzatori del brand e, nel 2007, Libera decide di applicare un disciplinare per l’utilizzo del marchio: chi lo usa, deve dimostrare costantemente che il territorio sequestrato dia benefici concreti, tangibili e a lungo termine. A vegliare su tutto, una cooperativa che svolge attività di controllo, informazione e formazione: obiettivo del disciplinare è stabilire i binari su cui sviluppare l’attività, affiancando alla verifica il supporto necessario per arrivare a definire standard di eccellenza, sostenibilità e coinvolgimento attraverso imprese auto sostenibili, indipendenti dal finanziamento pubblico e privato.
Una visione basata su imprenditorialità, competenza ed eccellenza ha avuto la forza di rovesciare una situazione critica, generando un risultato così potente da trasformare Libera Terra in un protagonista del mercato alimentare di alto livello: il prodotto diventa centrale, il miglioramento del territorio la base dell’attività: «la mafia si combatte con l’eccellenza».
Nel 2011, si decide un riposizionamento strategico di marketing del prodotto, per capire come sviluppare l’attività imprenditoriale delle cooperative coinvolte. Si punta al riconoscimento dei prodotti top quality (ad esempio vini e mozzarelle) che permette di inserire il brand in contesti che nulla hanno a che fare con Libera. Attraverso questa via, si fa arrivare l’idea a un cliente che non sarebbe mai stato raggiunto dall’associazione. Il prodotto diventa testa d’ariete per sfondare dove l’idea non arriverebbe.
La grande innovazione è stata cambiare il pensiero, tipico dell’Europa del sud, che tutte le associazioni non a scopo di lucro siano incompetenti, non capaci di produrre ricchezza. Al contrario, cambiando la finalità del lavoro, ma non la modalità, l’effetto virtuoso è stato evidente. «Le migliori competenze si dovrebbero trovare proprio nelle associazioni e cooperative non a scopo di lucro, come nelle grandi fondazioni anglosassoni, perché in questo ambito il danno creato dall’incompetenza coinvolge interi territori e l’interesse collettivo», chiude la Dottoressa Fiore.
Il track Società Benefit, Impresa sociale e Cooperativa, nuovo indirizzo del Master Universitario in Gestione d’Impresa – Business Management unisce lezioni frontali, MGIncontri, e Company Project Work: un’attività, pensata dal Professor Angelo Manaresi, Direttore Scientifico del Master, e dalla Professoressa Barbara Lorenzini, esperta di marketing e docente nel Master, che porta gli studenti nelle imprese. Tre casi in tre mesi, proposti da aziende partner di BBS che si trovano ad affrontare un problema reale, la cui gestione viene affidata agli studenti. Un percorso di crescita individuale per sviluppare capacità strategiche come il public speaking, la negoziazione, la formulazione di strategie, a cui si affianca la possibilità di entrare in contatto diretto con gli executives di aziende, che potrebbero divenire partner o meta del proprio stage.
Un programma a tutto tondo, un Master Universitario animato dallo scopo di applicare al mondo benefit e Bcorp un alto livello di competenza manageriale, perché non c’è soddisfazione più grande di migliorare, col proprio lavoro, il mondo che ci circonda.