Integrazione tra studio e lavoro: ecco la strada da seguire

Dicembre 11, 2019

Una notizia buona e una cattiva sul quadro occupazionale in Italia.

Una notizia buona e una cattiva sul quadro occupazionale in Italia. Da un lato l’Istat ha rilevato un tasso di disoccupazione ai suoi minimi storici pari al 9,5% con un 59,2% di disoccupati nel mese di ottobre 2019. Dall’altro sono in aumento i NEET, acronimo acronimo inglese di  (Young people) Neither in Employment nor in Education or Training: le persone tra i 15 e i 29 anni non impegnate nello studio né nel lavoro nel nostro Paese sono oltre 2 milioni, con la regione Lombardia sul podio con una percentuale che sfiora il 16%.

Nell’articolo  “Prevenire l’insorgenza dei NEET attraverso l’integrazione tra studio e lavoro”  Giovanni Masino, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università di Ferrara, Co-Direttore del CREIC - Centro di Ricerca sull’Economia dell’Innovazione e della Conoscenza e docente di Organizational Behavior nel Master in HR & Organization di Bologna Business School, sostiene l’importanza di perseguire percorsi innovativi di transizione e integrazione tra studio e lavoro da parte degli Atenei.

L’obiettivo?
Ridurre e, ancor meglio, prevenire i rilevanti problemi di disallineamento tra domanda e offerta di lavoro che colpiscono in particolare i giovani – sostiene Masino nell’articolo – (…) Questo può portare vantaggi significativi non solo per loro, ma anche per imprese e per il contesto socio-economico nel suo complesso”.

Che ruolo può svolgere la formazione? ”L’Università ha la responsabilità di preparare gli studenti ad affrontare la transizione tra studio e lavoro – spiega Giovanni Masino - È un passaggio incerto e difficile, un ponte tra due mondi che appaiono totalmente diversi, un momento cruciale per il futuro dei giovani e per la capacità del Paese di formare un capitale umano di qualità e ben impiegato. È possibile immaginare modalità innovative per facilitare e migliorare l’efficacia di tale transizione?”.

A tal proposito entrano in gioco i Master che – come emerso da un recente studio de Il Sole 24 Ore – hanno un tasso di occupazione pari all’82,6% a un anno dal titolo. Per Bologna Business School il placement supera il 90% a sei mesi dalla fine del percorso full-time.

Rispetto alla classica laurea magistrale, i Master pongono il focus sul mindset del singolo, unendo al background specifico delle singole aree uno sviluppo professionale autonomo e flessibile, stimolando la curiosità e favorendo la costruzione di reti interpersonali aperte ed efficaci.

Interdisciplinarietà, integrazione e internazionalità sono i capisaldi dell’offerta formativa di Bologna Business School, che propone programmi Global MBA per sviluppare una solida comprensione di come le organizzazioni operano in un ambiente internazionale, Master Full Time per chi vuole trasformare le proprie ambizioni in progetti concreti, Master Executive per i professionisti che desiderano imprimere una svolta alla propria carriera e Open Program per sviluppare un approccio integrato.



ISCRIZIONE

Back To Top