Intervista a Christophe De Charentenay

Marzo 10, 2023

Christophe de Charentenay è docente del corso di Green Strategy del Global MBA in BBS ed è un esperto di mobilità a emissioni zero. Attualmente è CEO di M@Air e in precedenza ha ricoperto la carica di Presidente di eGT dal 2017 al 2020. Durante questo periodo, ha guidato il progetto K-ZE (Dacia Spring) per la creazione del veicolo elettrico (EV), premiato come l’auto EV più verde del 2022 dall’organizzazione GreenNCAP. La sua strategia di utilizzo di materiali leggeri ha avuto successo anche sul mercato: la Dacia Spring è stata la EV più venduta in Francia nel gennaio 2023. La storia di questo progetto è documentata nel libro “The Innovation Odyssey: Lessons from an Impossible Project”. In occasione di questo importante traguardo, lo abbiamo incontrato per una breve intervista. 

La Dacia Spring ha superato la concorrenza di Tesla e Cupra diventando la macchina più green del 2022 secondo Green NCAP. Quanti anni di lavoro e quanti processi sono stati ripensati da zero per ottenere questo risultato? 

Il progetto Dacia Spring è stato avviato nel settembre 2016, lanciato in Cina nel settembre 2019 e in Europa alla fine del 2020. Per lo sviluppo sono stati impiegati poco meno di tre anni, compreso un nuovo sistema di propulsione elettrica. Si tratta di un periodo di tempo ridotto rispetto ai tipici quattro anni richiesti per progetti simili presso i grandi OEM. Il premio per l’auto EV più verde del 2022 riconosce l’efficacia di un concetto semplice: perché un veicolo elettrico sia efficiente, deve essere leggero. 

Il progetto ha dimostrato che le auto elettriche possono e devono diventare accessibili a tutti. Ha anche dimostrato che non devi essere una start-up per portare avanti iniziative innovative. Quanto è importante per i manager del futuro imparare a pensare fuori dagli schemi per portare l’innovazione nei contesti più diversi? 

L’accessibilità della Dacia Spring è stata ottenuta attraverso un design leggero e limitando le funzionalità solo a ciò che era necessario. Per raggiungere questo obiettivo, è stata creata una startup dedicata, eGT, che ha gestito il progetto consentendo la flessibilità di sfuggire alle regole tecniche dei tre azionisti OEM pur utilizzandone le competenze. La lezione per i vertici delle grandi corporation è che c’è valore nel dare libertà a piccoli team in mercati in rapido cambiamento. È anche utile per le grandi aziende avere pensatori indipendenti all’interno delle loro organizzazioni. 

Esperienze e risultati concreti sul campo sono senza dubbio uno dei modi più efficaci per trasmettere la sua idea di innovazione agli studenti del Global MBA. Qual è il concetto o la lezione più difficile da comunicare? 

La sfida più grande è imparare a gestire le organizzazioni multiculturali. Se pensiamo alla fine della Renault Nissan Global Alliance ci rendiamo conto che la causa è stata la mancanza di progetti congiunti tra giapponesi e francesi. È necessario creare un’identità comune tra culture diverse, rispettando le identità originali degli stakeholder. Questo è il concetto più difficile da trasmettere agli studenti. 

I nostri docenti ci dicono sempre che l’esperienza didattica è anche un’esperienza di apprendimento. Cosa le ha insegnato l’esperienza come docente presso la Bologna Business School? 

Quest’anno è la mia prima esperienza. Risponderò a giugno!



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