In occasione della presentazione della terza edizione del Human Resources Executive Program, BBS ha ospitato il workshop Global Human Capital Trends, dedicato alla comprensione e condivisione dei principali trend che stanno cambiando il lavoro della Direzione HR alla luce della Digital Transformation, con l’avvento dei people analytics, e dei cambiamenti nella composizione della forza lavoro, rappresentata dai Millennials. Numerose sono le nuove sfide a cui sono sottoposti i direttori del personale che devono garantire alla propria organizzazione un capitale umano adeguato e motivato per rimanere competitivi nel mercato.
Marcello Russo, Ricercatore di Gestione delle Risorse Umane dell’Università di Bologna, apre l’incontro affrontando il tema della valutazione del personale e delle convinzioni, spesso errate, che persistono sul tema. Rimane molto radicato il pensiero per cui i lavoratori e la loro performance si distribuiscono in una sorta di curva gaussiana, mentre nella realtà è il 20% dei dipendenti migliori a generare l’80% del valore in ambito lavorativo. Come si può però valutare con precisione le persone ed esprimere le infinite varietà e sfumature del loro lavoro attraverso un singolo parametro?
Una ricerca condotta su 14,872 valutazioni pubbliche della NYU, con oltre 325,538 valutazioni studentesche, ha evidenziato come i docenti che insegnano discipline quantitavive abbiano l’1.88% di possibilità in meno di raggiungere i target minimi di soddisfazione degli studenti, con ricadute negative sulla loro carriera e sugli aumenti salariali. Inoltre, una ricerca pubblicata sul Journal of Applied Psychology nel 2000, ha analizzato le valutazioni di 4,492 manager ricevute da due capi, due colleghi e due dipendenti ciascuno, evidenziando come il 62% della differenza di valutazione non dipendeva in alcun modo dalla performance del soggetto valutato, ma dalla percezione dei valutatori.
Le ricerche confermano come lo strumento di valutazione più importante e più vastamente utilizzato, non sia efficace nella sua applicazione concreta. Si fanno perciò strada nuovi sistemi di misurazione delle performance, come quella adottata da Adobe, che elimina la compilazione di documenti standard, prevede feedback continui e training appositi per i manager. Il personale, specialmente i Millennials, i quali maturano aspettative elevate in merito alla possibilità di crescita e sviluppo all’interno della propria azienda, viene motivato e sostenuto tramite un sistema di valutazione più vicino alla singolarità dell’individuo.
Durante il workshop, Elisa Gallo, Head of Organization Transformation and Talent di Deloitte Consulting, ha presentato i risultati della Global Human Capital Trend Survey 2017, che coinvolge più di 10,000 professionisti HR e business in 140 paesi del mondo. La ricerca ha l’obiettivo di evidenziare il cambiamento di mindset, comportamento e azioni, necessari per gestire, organizzare, motivare e coinvolgere la forza lavoro del 21 secolo. Mettendo in rassegna i principali trend globali nel mondo HR e le principali criticità delle aziende italiane, emergono chiaramente i fenomeni dei Millennials, della Lean Economy e dei freelance, assieme all’avvento dell’automation e della robotica. I trend principali sono oggi legati in prima battuta al Performance Management, alla rivoluzione dei modelli organizzativi tradizionali e ad una forte attenzione al mondo dell’analytics. Le differenze tra i trend globali e il sistema italiano sono minime, pur constatando che l’attenzione verso nuovi modelli di performance management non è ancora così sentito nel nostro paese.
Sicuramente, il tema della carriera rimane al centro dell’attenzione del mondo dell’HR di oggi, legato ad una tematica di formazione nel campo delle nuove tecnologie e ad un ripensamento dei modelli erogativi della stessa. I modelli sono perciò chiamati a valutare anche la potenzialità di sviluppo, non solo la performance. In quest’ottica. le aziende si stanno chiedendo quanto si può governare la performance e quanto invece si devono semplicemente facilitare e rendere un elemento di proposizione delle persone.
Secondo Luca Vignaga, HR Director di Marzotto, l’HR di oggi deve affrontare in modo organico due elementi che si scontrano e incontrano, creando un mondo in continua antitesi e contraddizione con sé stesso. L’HR diventa così un mentore che crea comunità all’interno del proprio gruppo di lavoro e tiene in parallelo un occhio fisso sul digitale e l’altro sull’analogico. In azienda, il professionista delle Risorse Umane è oggi sempre più globale nella tecnologia e nell’innovazione, mentre rimane locale nelle tradizioni, semplificando le organizzazioni e cercando un equilibrio tra il salario e il valore della persona.
La gestione del personale, con l’arrivo del digitale, diventa sempre più personalizzata, quasi sartoriale, e finalizzata allo sviluppo delle potenzialità dell’individuo. La tecnologia, quando utilizzata con la giusta intenzione, è capace di avvicinare e far comunicare le diverse generazioni e gerarchie presenti in azienda, in un continuo scambio volto alla reciproca crescita personale e professionale.