Intervista ad Alessio Mazzuca, Export Marketing Manager presso Terre Cevico e Alumnus di Bologna Business School.
Nel panorama del made in Italy, l’export è da sempre uno dei motori principali di crescita e affermazione internazionale. Ma in un contesto globale in rapida evoluzione, quali sono i trend che stanno ridisegnando le strategie di esportazione delle eccellenze italiane?
Alessio Mazzuca, Export Marketing Manager di Terre Cevico e Alumnus di Bologna Business School, ci offre uno sguardo esclusivo su come la sostenibilità, l’innovazione e le nuove preferenze dei consumatori stiano trasformando il settore vitivinicolo. Con la sua vasta esperienza e un occhio attento ai mercati internazionali, Mazzuca ci guida alla scoperta delle opportunità emergenti per le imprese italiane e condivide le sfide che esse devono affrontare per rimanere competitive in un contesto globale sempre più complesso.
Quali sono i trend che stanno influenzando l’export dei prodotti italiani nel 2024?
La sostenibilità è sicuramente un tema trainante e trasversale a diversi tipi di prodotti e servizi. Nel settore vitivinicolo, il 2024 ha visto la conferma dell’interesse per i vini no-low, senza o con bassa gradazione alcolica. Le nuove generazioni, in particolare Millennials e Gen Z, stanno cercando prodotti che combinino diversificazione, qualità e gusto, senza compromettere uno stile di vita sano e consapevole. Inoltre, circa il 35% dei consumatori tra i 20 e i 30 anni beve alcool ma non vino. Questo ha aperto la strada ai cocktail a base di vino, sempre più popolari tra i giovani. La transizione delle cantine verso pratiche sostenibili sta diventando un valore fondamentale sui mercati internazionali, anche se, ad oggi, non è riconosciuta economicamente dal consumatore. Tuttavia, rappresenta un asset strategico per il futuro del settore.
Quali strategie consiglia alle imprese italiane per affermarsi sui mercati internazionali?
Ovviamente le strategie dipendono molto dalla realtà dell’impresa. Per cui non si può prescindere dal conoscere sé stessi, la propria filosofia, le capacità e gli obiettivi. In generale quando si parla di Estero, o di mercati internazionali, si tende a cercare una singola strategia polivalente. Purtroppo non è così. Ci sono paesi, o macro-aree, con le proprie tendenze di consumo e culturali, con le proprie dinamiche commerciali e barriere all’ingresso. Per cui l’approccio tailor-made su singoli mercati, o su insiemi di mercati con orientamenti simili, è la prima regola per poter essere efficaci. Nel mondo vitivinicolo alcuni mercati hanno tendenze di consumo diametralmente opposti ad altri. Stessa cosa vale per la comunicazione e il marketing, che sono connessi a doppio filo con la cultura specifica del singolo mercato. Questo non vuol dire cambiare i propri asset o valori, ma saperli adattare alle singole realtà internazionali. Dunque la flessibilità e la diversificazione in termini di packaging, prodotto, posizionamento e comunicazione sono fondamentali per una strategia capillare di esportazione.
Può illustrarci un caso di successo di esportazione di prodotti italiani?
Un caso di successo di export della nostra realtà (Terre Cevico) riguarda il marchio Sancrispino. Nello specifico i brik biologici che esportiamo in circa 10 paesi nel mondo. In Giappone siamo presenti in una delle maggiori catene di konbini, la 7Eleven che cuba circa 21.000 punti vendita a livello nazionale. Grazie al lavoro svolto assieme al nostro importatore siamo arrivati ad un aumento in volume di più del 60% rispetto allo scorso anno. In valore assoluto supereremo il milione di brik venduti nel paese del sol levante. La capillarità di vendita di questi prodotti ci ha permesso di mettere in campo una serie di azioni di comunicazione direzionate al mercato e alla cultura giapponese. L’obiettivo è quello di migliorare la brand awareness di Sancrispino in modo coerente sia con i valori del marchio sia con le modalità di comunicazione del mercato in questione. Gli strumenti utilizzati? Creazione di landing page, canali social (Line, Instagram) e altri strumenti di comunicazione, come ad esempio le Yuru-Kiara, mascotte caratteristiche della cultura giapponese, pensati ad hoc per cultura del mercato di riferimento. Sancrispino Bio è presente in modo forte anche nel mercato finlandese, presente negli store del monopolio di stato. In questo mercato raggiungeremo circa mezzo milione di brik venduti (su una popolazione stimata di circa 5.6 milioni nel 2024). Anche qui dunque la capillarità del prodotto è diventata rilevante e il marchio sempre più presente.
In quali settori vede le maggiori opportunità di crescita per l’export italiano nei prossimi anni?
Sicuramente i settori legati alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale. Anche nel mondo enogastronomico, la sostenibilità continua a essere un tema centrale, trainato da una maggiore consapevolezza etica da parte dei consumatori.
Quali sono i principali ostacoli che le imprese italiane devono affrontare nei mercati internazionali?
Le imprese italiane devono affrontare molte sfide, tra cui la scelta di partner locali adeguati. Un posizionamento di successo dipende da una collaborazione efficace con chi conosce bene il mercato di riferimento. Un altro ostacolo importante riguarda le normative di import/export, che variano notevolmente tra i mercati. Inoltre, bisogna considerare le barriere culturali e l’importanza di comunicare in modo efficace al consumatore locale. Infine, non possiamo ignorare i fattori geopolitici, come pandemie o guerre, che possono influenzare in modo significativo l’export.