In un’epoca segnata da un’evoluzione tecnologica senza precedenti, l’intelligenza artificiale (IA) si sta affermando come un catalizzatore di trasformazioni non solo nel campo tecnologico, ma anche in quello sociale, economico e giuridico.
Un recente evento tenutosi in Bologna Business School ha affrontato il tema delle IA dal punto di vista strategico e giuridico, mettendone in evidenza il ruolo sempre più influente, con un occhio di riguardo verso il panorama europeo, dove si sta delineando un futuro in cui l’IA potrebbe non solo seguire, ma addirittura guidare una rivoluzione che promette di riscrivere il “pianeta delle regole”.
Il contesto globale è stato immediatamente portato all’attenzione, in apertura, dal Prof. Maurizio Gabbrielli, ordinario di Informatica presso l’Università di Bologna e Associate Dean for AI in BBS, che ha aperto l’evento con un riferimento a due fatti avvenuti il giorno stesso: l’ordine esecutivo del Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla sicurezza dell’IA e l’adesione dei membri del G7 agli 11 principi guida per lo sviluppo di sistemi avanzati definiti nell’Hiroshima Process. Questa coincidenza temporale ha confermato l’importanza e la rilevanza del dibattito in corso e il fatto che questo debba necessariamente coinvolgere le potenze mondiali, possibilmente in una visione condivisa e collaborativa. Gabbrielli ha poi introdotto il tema, spiegando il funzionamento delle più note IA generative e raccontato l’evoluzione del settore fino a oggi, mettendo in luce la rapidità con cui l’IA si evolve e la necessità per i professionisti del settore di rimanere costantemente aggiornati. Un obiettivo che Bologna Business School persegue e favorisce attraverso la formazione proposta con il nuovo Executive Master in Artificial Intelligence for Business, pensato per fornire ai partecipanti un solido set di competenze per sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale nel contesto aziendale attraverso un percorso di formazione trasformativo che valuta le implicazioni economiche, finanziarie, legali ed etiche legate all’implementazione dell’IA oltre agli strumenti d’avanguardia per sviluppare strategie efficaci e gestire i rischi associati a questa tecnologia rivoluzionaria.
La collaborazione e l’interdisciplinarità sono state tematiche centrali anche nell’intervento di Antonio Perrucci, Direttore del Laboratorio sull’Ecosistema Digitale (Astrid-LED), docente presso l’Università LUMSA di Roma e autore del libro “Intelligenza artificiale e diritto: una rivoluzione?”. Perrucci ha condiviso la sua esperienza in un progetto che ha unito giuristi e informatici con l’obiettivo di esplorare le implicazioni dell’IA nel mondo del diritto e dell’impresa, enfatizzando l’importanza dell’interdisciplinarità per lo sviluppo di politiche e regolamenti che possano accompagnare l’innovazione.
La parola è poi passata a Ugo Ruffolo, Ordinario titolare della I Cattedra di Diritto Civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna, e che ha descritto l’IA come una realtà tangibile che permea ogni aspetto della nostra esistenza. In questo contesto, ha spiegato, è imperativo che il diritto non si limiti a una funzione reattiva, ma assuma un ruolo proattivo, anticipando e guidando l’evoluzione tecnologica. In questo scenario, il diritto si trasforma da semplice osservatore a protagonista attivo, capace di influenzare il percorso dell’IA. Ruffolo ha anche introdotto il tema della giustizia predittiva, sottolineando il potenziale dell’IA nel supportare il processo giudiziario senza sostituire il giudice umano. L’idea è che l’IA possa diventare uno strumento ausiliario, in grado di fornire analisi basate su dati per informare le decisioni legali.
Della necessità di poter disporre di chiari riferimenti normativi ha parlato anche il professor Andrea Amidei, del Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, che ha esposto le aspettative del mondo imprenditoriale riguardo la prospettiva europea sull’intelligenza artificiale, concentrandosi sugli aspetti della normativa europea che hanno maggiormente impattato sulle imprese, in particolare quando si tratta di IA. Nel suo discorso, ha illustrato come l’IA sia diventata un elemento pervasivo nelle operazioni aziendali, un fatto ormai assodato che non necessita di ulteriori dimostrazioni. Ha riflettuto sulla necessità di bilanciare la creazione di nuove norme con l’interpretazione evolutiva delle leggi esistenti e ha approfondito la discussione sulla regolamentazione basata sul rischio, un principio fondamentale dell’approccio dell’Unione Europea. Infine, ha concluso sottolineando l’importanza per le imprese di integrare nuove competenze interne, sia tecniche sia giuridiche, per poter gestire e monitorare efficacemente i sistemi di IA ad alto rischio: un cambiamento strutturale nelle competenze interne essenziale per mantenere la competitività nel mercato.
L’assessore Vincenzo Colla, Responsabile per lo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna, ha messo in luce il ruolo cruciale dell’intelligenza artificiale come motore di crescita. Nel suo intervento, ha sottolineato l’urgenza di un quadro regolatorio che impedisca la creazione di monopoli tecnologici e favorisca una gestione equa e trasparente. Ha proseguito evidenziando il ruolo pionieristico dell’Europa nel definire le normative per l’IA. Infine, ha citato l’esempio del Tecnopolo di Bologna e del supercomputer Leonardo, che segnano il posizionamento dell’Europa nella corsa globale all’innovazione. In questo contesto, l’assessore non ha mancato di enfatizzare l’importanza del capitale umano nell’era dell’automazione, menzionando l’arrivo di un migliaio di esperti internazionali a Bologna, un evento destinato a trasformare la città in un epicentro di scambio culturale e progresso tecnologico.
L’attualità è poi tornata alla ribalta con l’intervento conclusivo, quello dell’avvocata Marilù Capparelli, direttrice degli Affari Legali di Google, che ha riferito di un incontro particolarmente significativo avvenuto proprio il giorno dell’evento: quello tra il Ministro italiano per le imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, con il vice cancelliere tedesco e il ministro francese per la sovranità industriale digitale, focalizzato sull’intelligenza artificiale. L’incontro ha messo in luce la posizione comune dei tre ministri sull’importanza strategica dell’intelligenza artificiale per il futuro e la competitività dell’Europa. I tre, ha riferito l’avvocata, hanno concordato sulla necessità di ridurre gli oneri amministrativi e di sostenere un robusto ecosistema di capitale a rischio per favorire l’innovazione. Capparelli ha poi evidenziato come l’intelligenza artificiale non sia una novità tecnologica, ma una presenza consolidata da oltre un decennio che ha già rivoluzionato lo sviluppo di prodotti quotidiani. Ha citato esempi concreti dell’impiego dell’IA, come l’applicazione Tree Canopy lanciata da Google in Italia e il sistema Alpha Fold di DeepMind, che prevede la struttura delle proteine con precisione atomica. Ha poi sottolineato il potenziale dell’intelligenza artificiale nel contribuire alla produttività delle piccole e medie imprese italiane, che rappresentano oltre il 90% delle imprese attive nel Paese.
In conclusione, l’incontro ha evidenziato che l’IA non è solo una questione di algoritmi e dati, ma un fenomeno che tocca le fondamenta stesse della nostra società, intersecando tecnologia, legge, etica e società. Per questo, richiede un dialogo continuo e un approccio multidisciplinare. La sfida per l’Europa è di navigare in queste acque inesplorate in modo che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente e le sfide affrontate con saggezza collettiva, delineando un futuro in cui il vecchio continente possa esercitare un ruolo di guida nella terza rivoluzione dell’IA.