Elisa Montaguti, Ph.D. in Marketing presso London Business School (UK), EU Post-Doctoral Research Fellow, INSEAD, (Fr), docente presso Warwick Business School (UK), è Professore Ordinario di Marketing all’Università di Bologna e in Bologna Business School Direttore Accademico del Master Executive in Business Analytics e Data Science.
Da cosa nasce l’idea di un Master in Business Analytics pensato per i professionisti?
Muove dalla centralità della rivoluzione digitale: una trasformazione che sta già influenzando tutti i processi aziendali e che ormai è argomento ampiamente diffuso e disponibile per profili in formazione, ma poco garantito per i professionisti che vogliono poter cavalcare questa fase di cambiamento.
La rilevanza della digitalizzazione può essere colta anche da persone già in carriera, a cui servono strumenti nuovi e una maggiore consapevolezza per operare nella trasformazione con cognizione di causa.
Chiedendo a tutti i docenti di ragionare sui processi, ma anche di applicarli, possiamo offrire una sintesi formativa di alto livello che consenta ai professionisti di governare la trasformazione digitale.
A quali figure professionali si rivolge nello specifico? E quali figure forma?
Si rivolge a professionisti che abbiano un grande interesse per gli aspetti tecnico-procedurali, ma siano anche affascinati dalle dinamiche aziendali: è un percorso di studio dedicato ai manager che vogliono essere pienamente protagonisti della transizione digitale. Escludendo gli estremi, chi ha forti resistenze per la parte tecnica e chi viene da un percorso verticale e non ha interesse per la parte manageriale, questo Master si adatta a esperienze eterogenee e background differenti. Ha una forte vocazione applicata e si modula in maniera naturale su chi lo frequenta.
Per quanto riguarda quali figure forma, possiamo partire da cosa non forma: sviluppatori digitali. È un curriculum di studi dedicato a figure manageriali che sappiano gestire il nuovo mondo digitale, nelle sue infinite applicazioni. Questo Master è una spinta a modificare un percorso già in atto, nella direzione di una conoscenza sistemica che permetta di ambire a ruoli apicali nella gestione della trasformazione digitale a diversi livelli.
È necessario avere un forte background tecnico per seguire il Master?
No, deve esserci la disposizione a imparare in un territorio complesso, ricco e asimmetrico in termini di competenze: l’eterogeneità della classe è perfetto esempio del modello di sviluppo del mondo del lavoro e serve da incubatore di una crescita individuale a stretto contatto con esperienze nuove. Un arricchimento personale che si traduce immediatamente in capacità spendibili nel management digitale.
Da quali settori è più forte la richiesta di figure professionali altamente specializzate nella data analisi?
La richiesta è forte e trasversale, copre tutti i settori: HR e risorse umane, per i processi di reclutamento su piattaforme. Area marketing, per i nuovi strumenti, l’interazione digitalizzata con il mondo della comunicazione.
Dal lato opposto, ruoli operativi: integrazione produttiva, logistica. Oggi non c’è settore di business che non sia toccato – e trasformato – dalla transizione digitale. Sempre di più anche la finanza, addirittura la pubblica amministrazione, necessitano di manager capaci di comprendere, usare e migliorare gli strumenti digitali e i nuovi scenari generati.
Quali sono i corsi più caratterizzanti di questo percorso formativo?
C’è una parte operativa, rivolta anche alla familiarizzazione con i software più attuali: linguaggi di programmazione come Python sono materia di studio nei corsi del Master Executive in Business Analytics and Data Science di Bologna Business School. La base è una vocazione applicata al learning by doing remoto, nuovo tipo di esperienza didattica e metodologia di apprendimento basata sull’imparare facendo.
Poi, c’è la parte residential, di cui gli studenti sono sempre molto soddisfatti: esperienze di team building, networking e senso di appartenenza si sviluppano con naturalezza nei momenti di condivisione in presenza. Culture e background differenti si mixano creando nuove visioni e possibilità di apprendimento, anche grazie alla Faculty internazionale, che ben si adatta al multiculturalismo della classe. Un valore aggiunto importante, che arricchisce un percorso di studi già pieno e coinvolgente.
In chiusura, una domanda che non possiamo non fare in questo contesto: perché i dati oggi sono così importanti?
Oggi la disponibilità di dati strutturati e non strutturati fa la differenza in tutti gli ambiti del mercato: abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione del concetto di dato, della sua importanza e le aziende devono riflettere sull’informazione che oggi possiamo estrapolare da dati strutturati e non strutturati. Assistiamo alla continua celebrazione dei big data, ma poi spesso le aziende hanno difficoltà a usare i dati. Il dato parla, ma va conosciuto perché possa dire qualcosa di utile, perché possa rendere una verità.
La parte più rivoluzionaria di questo percorso è l’idea di basare decisioni sul patrimonio informativo e, quindi, usare le informazioni per guidare scelte fondate e basate su evidenze, sulle conoscenze che possiamo estrapolare, in grande quantità e qualità, dai dati di cui disponiamo.