Intervista a Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini SPA e nuovo Industry Leader BBS
Michele Poggipolini è il nuovo Industry Leader per il Global MBA in Automation and Robotics. In questa intervista ci racconta come vive questo ruolo e perché è ancora più importante oggi, in un contesto incerto e in fase di profonda trasformazione, continuare a promuovere l’eccellenza italiana.
Come Industry Leader avrà l’onore e l’onere, tra gli altri, di promuovere le eccellenze del nostro territorio, oltre che l’offerta della Scuola. Quanto crede sia cresciuto, se è cresciuto, il valore delle nostre expertise nel settore industriale negli ultimi anni e cosa lo ha trainato?
La trasformazione, nonché l’evoluzione in corso, del mercato internazionale ha modificato totalmente il sistema industriale globale in un modo profondo ed irreversibile, con un ritmo senza precedenti. Siamo di fronte a un cambiamento epocale, di trasformazione sia digitale sia ecologica, il cui impatto è ormai dirompente in tutti i principali settori dell’economia. Penso ad una sorta di “nuova rivoluzione digitale” che sta mettendo in discussione le strategy e i business model attuali delle imprese. Sono onorato di poter essere, in questa fase di forti cambiamenti, Industry Leader del prossimo Global MBA Automation & Robotics, un onore anche per l’azienda che rappresento.
Restando sul tema della crescita del settore, in Italia in generale e nel nostro territorio in particolare, su che tipo di persone e di talenti dovremmo puntare per il futuro e quali sono le competenze professionali che verranno maggiormente ricercate?
Secondo l’ultimo rapporto Deloitte “Italia 4.0: siamo pronti?” in Italia, la quota dei lavoratori impiegati nelle imprese ad alta tecnologia risulta leggermente inferiore ma in linea con la media europea, mentre nell’ambito dei servizi il 55,6% risulta impiegato in settori knowledge-intensive (a fronte di una media EU del 58%), mentre in ambito manifatturiero la forza lavoro impiegata in imprese high-tech è del 32,2% (EU: 36,4%). Quindi i dati italiani sono in tendenza con quelli europei, sebbene ritengo che le arretratezze che ci portiamo dietro riguardano l’inadeguatezza di un sistema educativo che non ha formato fino ad ora competenze avanzate e pronte al cambiamento che stiamo vivendo. Ben vengano allora corsi di studio, lauree, master e altissima formazione professionale che facciano ridurre il gap. Coinvolgeremo il mondo industriale per attrarre i talenti e le competenze che oggi servono per crescere in competitività.
Da un punto di vista internazionale, perché, a suo avviso, uno studente interessato al settore Automation & Robotics dovrebbe puntare proprio sull’Italia e perché proprio sul Global MBA in BBS?
Perché la tematica che tratta questo Global MBA è trasversale e appartiene a tutte le filiere manifatturiere e ricordiamoci che il nostro territorio, unico a livello non solo nazionale, può contare su venti filiere d’eccellenza. Inoltre, i progressi sempre più avanzati nel campo della robotica, delle automazioni e dell’intelligenza artificiale stanno alimentando una trasformazione radicale ed interconnessa tra sistemi digitali e fisici rendendo diverso il mondo del lavoro rispetto a quello che è stato fino a pochi anni fa. Ritengo che il confronto tra il mondo imprenditoriale e il mondo accademico potrà sicuramente contribuire alla formazione professionale di nuove eccellenze, giovani professionisti con avanzate competenze nell’integrazione dei processi, robotica, analisi dei dati e trasformazione digitale. E il Global MBA in BBS si attesta tra le migliori eccellenze presenti sul territorio.
Quanto è importante la formazione manageriale nel settore industriale del futuro e quali sono le nuove sfide che un manager dovrà essere in grado di affrontare?
La classe manageriale attuale è ben consapevole dei cambiamenti in atto e va aiutata puntando su strategie industriali mirate al miglioramento delle condizioni lavorative, in termini di qualità delle attività da svolgere, con gli strumenti adeguati ed una formazione continua, mirata e costante come è avvenuto per esempio dall’inizio della crisi pandemica anche con l’utilizzo dello smart working.
Le imprese italiane, e soprattutto quelle del nostro territorio, a mio avviso, sono all’avanguardia sotto il profilo delle nuove tecnologie e stanno abbracciando il cambiamento incrementando gli investimenti nel settore industriale sia sul fattore umano, skills adeguate, sia in infrastrutture e tecnologie.