Come fanno alcuni artisti, autori, scienziati e produttori ad ottenere riconoscimenti importanti come il Premio Nobel o il Premio Pulitzer, mentre altri personaggi no? Una teoria sociologica suggerisce che il processo di “farcela” in qualsiasi campo dipende non solo dal merito individuale, ma anche dal tipo di pubblico che dà i giudizi.
Un nuovo articolo sull’American Sociological Review di Gino Cattani, Simone Ferriani, e Paul D. Allison esamina quest’affermazione attraverso un focus sul cinema di Hollywood, utilizzando i dati su molti premi e nomination espressi per attori, registi, sceneggiatori e altri nel corso di dodici anni.
I “Movie Awards” rientrano generalmente in due categorie: quelli assegnati dai “colleghi” che sono attivamente impegnati nel fare film, e quelli assegnati dai “critici” che esaminano i film per giornali, riviste o altri media. Gli autori mostrano che premi assegnati dai colleghi più spesso vanno a persone che sono fortemente integrate nel “cuore” del social network. Queste soggetti “pop” hanno molte relazioni sociali con altri cineasti. I critici, d’altra parte, non mostrano alcuna preferenza per questi soggetti. In effetti, essi possono anche preferire quelli alla periferia del settore. Questi modelli persistono anche dopo il controllo statistico, anche tenendo conto di molti altri fattori che influenzano chi ottiene i premi.
Titolo: “Insiders, Outsiders, and the Struggle for Consecration in Cultural Fields: A Core-Periphery Perspective”
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