Uno dei grandi paradossi del nostro secolo è l’alta percentuale della disoccupazione giovanile (che in Italia supera il 35%), in rapporto alla crescente difficoltà delle aziende a trovare personale qualificato, in particolare per quanto concerne l’ambito della rivoluzione digitale. La scuola dell’obbligo, infatti, si muove a una velocità nettamente inferiore rispetto alle dinamiche globali: sebbene il Piano Nazionale per la Scuola Digitale rifletta i meccanismi della contemporaneità, ci sono ancora troppe resistenze. I motivi del ritardo sono vari, di carattere formativo, amministrativo e finanziario. Una soluzione al gap potrebbe essere la moltiplicazione delle alleanze tra università, fondazioni, scuole e imprese innovative, volta ad adeguare il mondo della formazione alle necessità del mercato odierno. Questo modello è già attivo per esperienze brevi: negli ultimi anni si sta sviluppando una nuova offerta formativa, capace di offrire a giovani e giovanissimi la possibilità di arricchire il proprio curriculum, rinunciando solo a qualche giorno di spiaggia, il Summer Camp Digitale. Questa versione moderna del campo estivo tocca ambiti che vanno dalla robotica al video editing, dal 3D printing agli smart objects, e si rivolge a un’ampia categoria di utenti, dai 5 ai 17 anni. Gli esempi sono vari: l’ormai nota H-Farm trevisana, che in estate apre le porte a 1.200 giovani di un’età compresa tra le scuole medie e le superiori; le Ragazze Digitali di Modena, che si rivolgono a un pubblico esclusivamente femminile; l’High Tech Law Summer Camp palermitano con un focus sulla legalità; il Digital Camp in Salento, che avvicina i piccolissimi alla robotica e al coding. A Bologna la collaborazione tra la Fondazione Mast, il gruppo industriale Coesia, la Dallara Automobili, l’Università di Bologna, l’Università di Pisa e l’Ufficio Scolastico per la regione Emilia-Romagna ha dato vita a una summer school dedicata a 3D-printing and Smart Objects. Sono i ragazzi di terza e quarta superiore a prenderne parte, dedicandosi integralmente, per una settimana, alla progettazione e realizzazione di oggetti intelligenti. Bologna Business School propone a sua volta diversi Master che mirano ad approfondire aspetti cruciali del mondo digital: Digital Technology Management con tre indirizzi: Cyber Security, Digital Project Management, Artificial Intelligence; Marketing Communication and New Media; Data Science; Digital Business. Per esperienze più full-immersion ci sono anche gli Open Program in Digital Marketing & Communication (della durata di 14 giorni e rivolto a chiunque voglia approcciare il mondo dell’e-commerce e dei social media in generale) e quello in Big Data Analytics che tocca tematiche di Business Intelligence, Semantic Intelligence e Machine Learning e dura 10 giorni. Sebbene in ambito universitario esistano già, dunque, corsi di laurea tecnici volti a colmare il vuoto di personale qualificato nel campo digitale, questi indirizzi risultano avere meno appeal rispetto a percorsi più tradizionali. L’esperienza dei Summer Camp può essere, in questo senso, un escamotage per far avvicinare i giovani al mondo del digital making, e rendere anche queste facoltà un’alternativa appetibile per i più. Per una lettura più approfondita sul tema si consiglia l’articolo di Max Bergami pubblicato su Il Sole 24 Ore del 9 luglio 2017.