Reinventarsi in tempo di crisi: il nuovo progetto di Armin ZadakBar, Alumnus del Global MBA

Aprile 28, 2020

Oggi lasciamo la parola a Armin ZadakBar, Alumnus del Global MBA in Design, Fashion and Luxury Goods, attualmente docente di marketing per gli Executive Master di BBS e CEO di The Armin Bar (NYC|Milan), agenzia di Digital Marketing.
La sua squadra si compone di un team internazionale di 7 persone tra cui due ex alunne di Bologna Business School: Priscila Hernandez Limas, Head of Marketing and Communication e Camilla Cerioni, Account Manager.

Negli ultimi anni, il suo team ha incentrato la propria attività nel mondo del Food & Beverage e nel settore dell’Hospitality, concentrando la propria attenzione su piccole e medie imprese, fatta eccezione per Lavazza, cliente corporate.

Armin ci racconta che in questo periodo di difficoltà in cui tutti siamo stati catapultati in maniera inaspettata, lui e il suo team hanno deciso di non fermarsi. Come per molti, l’improvviso avvento del COVID-19 ha messo a dura prova l’economia e la sopravvivenza di innumerevoli esercizi, non risparmiando nemmeno la sua agenzia.

A malincuore, hanno dovuto assistere alla chiusura temporanea (se non permanente) delle attività di molti dei loro clienti e, come potrete immaginare, anche il portafogli dell’azienda si è ritrovato vittima di questo effetto domino. A questo punto, ci dice Armin, era necessario trovare una soluzione, reinventarsi.

Armin ci spiega: “È stato questo il motivo che ha spinto me e le mie collaboratrici, assieme ad uno dei nostri clienti più importanti, Luca Guelfi della Luca Guelfi Company (Canteen, Saigon, Shimokita, Big Sur, etc.), ad unire le nostre forze e a confrontarci, con l’obiettivo di capire come poter trasformare questo momento di crisi in un’opportunità. Dopo 9 giorni abbiamo aperto Via Archimede, Gastronomia di Quartiere, una ghost kitchen che prende il nome dalla celebre via in cui sono situati molti dei ristoranti del nostro partner, Luca Guelfi”.

In cosa consiste il progetto? Una ghost kitchen non è altro che una cucina attrezzata e perfettamente a norma di legge che si occupa della preparazione di piatti e pietanze unicamente per la richiesta di consegna a domicilio. In poche parole, una cucina di un ristorante… senza ristorante!

Armin aggiunge: “Aprire una ghost kitchen significa tagliare i costi di allestimento e di personale tipici di un ristorante, che ha una sala da allestire ed un servizio da curare. Questo ci ha permesso di rispettare il mercato, la situazione economica che tutti si stanno trovando ad affrontare, creando un menù con prezzi accessibili in linea con l’idea dei prezzi da trattoria e del tutto fatto in casa, rispettando i nostri clienti.”

Per le consegne a domicilio non si sono affidati alle classiche piattaforme di delivery che solitamente trattengono fino al 30% di commissione, ma hanno deciso di mettersi in gioco, consegnando loro stessi i piatti a domicilio. Questo gli permette di garantire ai loro clienti che tutti gli ordini seguano le norme di igiene vigenti, non solo in cucina ma anche durante la consegna.

“Il team – continua Armin – si è allargato e attualmente siamo in cinque, tutti in società con quote paritetiche del 20%. Oltre alla presenza del già nominato Luca Guelfi e della mia agenzia per quanto riguarda il reparto marketing e comunicazione, troviamo a dirigere la cucina Marco Fossati, chef presso Shimokita, ed Emanuele Gasperini, chef presso Saigon, il cui lavoro è accompagnato dall’occhio attento del nostro manager operativo Giovanni Verri, già manager presso Canteen.”

L’inaugurazione si è rivelata un successo: dal giorno di apertura, il 10 aprile, sono già stati menzionati da testate del calibro del Corriere della Sera, GQ Magazine, Gambero Rosso, Fine Dining Lovers, il Milanese Imbruttito e molte altre, che hanno contribuito a diffondere il loro marchio, permettendogli di raggiungere in soli quattro giorni il punto di pareggio.

“Gli ordini arrivati durante i primi giorni sono stati talmente numerosi che tutti ci siamo messi a fare tutto: noi partner siamo stati i primi a provvedere alle consegne di casa in casa. Nessuno si illude che le cose torneranno ad essere come prima – conclude Armin – Credo fortemente che dopo questo periodo di lockdown ci vorrà molto tempo prima di riconquistare ciascuno la propria routine. Però una cosa è certa: le persone vorranno continuare ad assaporare piatti gustosi e genuini a prezzi abbordabili. Tutto ciò porterà a ridimensionare il settore della ristorazione, dall’offerta ai prezzi, e proprio su queste nuove prospettive abbiamo creato un concept destinato ad andare incontro alle esigenze di un nuovo target”.



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