Matteo Mura, Direttore Scientifico dell’Executive Master in Sustainability Transition Management, del Graduate Master in Sustainability Transition Management e dell’Executive Master in Sustainability e Business Innovation di BBS, fa il punto su impresa, innovazione, risorse e sostenibilità.
Tra gli argomenti più discussi prima della pandemia, la sostenibilità potrebbe ora trovarsi a un punto di svolta.
Solo sei mesi fa si discuteva con frequenza la necessità di innovare in tutte le direzioni indicate dall’agenda 2030, sottolineando come Innovazione, Etica e Sostenibilità fossero i fari da seguire per sviluppare modelli di business in grado di superare non solo la prova del Green New Deal, ma anche il giudizio, sempre più severo, dei consumatori.
Oggi assistiamo a una necessità di rinnovamento delle imprese che nasce innanzitutto dall’urgenza di migliorare la gestione delle proprie risorse per far fronte alla più grande crisi economica mondiale dal secondo dopoguerra.
Abbiamo chiesto a Matteo Mura, Professore Associato in Ingegneria Economico Gestionale presso l’Università di Bologna di fare il punto su innovazione, risorse, etica e sostenibilità in questo periodo storico così complesso.
“Oggi la sostenibilità non è più solo una questione di etica, è una questione di sopravvivenza. Anche in termini di mercato. Se da un lato la domanda delle aziende in un momento di crisi potrebbe essere quella di allentare le richieste di adeguamento in termini di sostenibilità, dall’altro una visione miope non porterebbe una reale crescita nel medio-lungo periodo. Questo per diversi motivi. Il più ovvio è che i regolamenti dell’Unione in materia di sostenibilità sono ben lungi dall’allentarsi. Anzi, le dinamiche di investimento a livello europeo si consolideranno sempre di più su due direttrici fondamentali: l’innovazione digitale e la sostenibilità. I fondi saranno per chi deciderà di innovare e andare avanti, non per chi, per quanto legittimamente spaventato, proverà a tornare indietro. Un altro motivo è strettamente collegato al mercato. La pandemia, con il lockdown della scorsa primavera, ci ha dimostrato che ripristinare la salute dei nostri ecosistemi naturali è ancora possibile, anche se certo nessuno di noi vuole che il prezzo da pagare sia la decrescita economica. I consumatori sono e saranno sempre più sensibili a proposte che tengano conto della sostenibilità ambientale e del benessere delle persone. Infine, non dimentichiamo che, spesso, il timore delle piccole e medie imprese nazionali è frutto di una cattiva comunicazione e di una scarsa conoscenza. Non occorre stravolgere il proprio modello di business per implementare soluzioni più sostenibili. Una politica dei piccoli passi porta risultati importanti e concreti senza impattare in modo significativo su sistemi consolidati. Un primo passo è, ad esempio, quello di utilizzare energie da fonti rinnovabili, cominciando a pretendere che il proprio fornitore ne certifichi la provenienza. In Italia abbiamo una potenza elettrica installata del 40% da energie rinnovabili e le fonti energetiche rinnovabili coprono circa il 20% dei consumi nazionali.”
Scegliere la sostenibilità non solo è un dovere, ma è anche meno complesso di quello che si è portati a pensare quando non se ne conoscono a fondo le dinamiche. Un aiuto viene anche dall’inserimento nel mercato di figure manageriali in grado di offrire una consulenza adeguata alle nostre imprese. È quello che si propongono di fare i Master BBS dedicati alla Sostenibilità, che nascono proprio per soddisfare una richiesta sempre più rilevante da parte delle aziende che vogliono e possono andare in questa direzione.