L’articolo “The Role of Purchasing and Supply Management in Diffusing Sustainability in Supply Networks” (Miandar, Johnsen, Caniato) pubblicato su Business Ethics, the Environment & Responsibility affronta una delle questioni più critiche per le aziende moderne: come diffondere la sostenibilità non solo tra i fornitori diretti, ma anche lungo l’intera rete di approvvigionamento.
In un mondo sempre più attento all’impatto ambientale e sociale delle attività produttive, le aziende si trovano di fronte a una sfida cruciale: rendere sostenibili non solo le proprie operazioni, ma l’intera catena di fornitori. La ricerca offre nuove prospettive su come le organizzazioni possono promuovere pratiche sostenibili attraverso le loro reti di approvvigionamento, evidenziando il ruolo fondamentale del Purchasing and Supply Management (PSM).
Il PSM, tradizionalmente visto come una funzione tattica volta alla riduzione dei costi, si è evoluto negli ultimi decenni diventando un elemento strategico per la costruzione di reti di approvvigionamento sostenibili. Oggi, il PSM non si limita a selezionare fornitori “green”, ma collabora attivamente con essi per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili.
La diffusione della sostenibilità, infatti, implica la propagazione di pratiche sostenibili attraverso l’intera supply chain, coinvolgendo sia i fornitori immediati sia quelli di livello successivo. Questo processo va oltre il tradizionale modello “a cascata”, suggerendo un approccio più collaborativo e meno gerarchico.
Lo studio identifica sei categorie chiave di pratiche per diffondere la sostenibilità:
- Integrazione interna: implementazione di politiche e certificazioni aziendali.
- Sourcing sostenibile: selezione dei fornitori basata su criteri di sostenibilità.
- Monitoraggio dei fornitori: audit e valutazioni per garantire la conformità.
- Sviluppo dei fornitori: programmi di formazione e incentivi per migliorare le prestazioni.
- Co-creazione: collaborazione per sviluppare prodotti e processi sostenibili.
- Gestione degli stakeholder: coinvolgimento di ONG, autorità e altre parti interessate.
Ad esempio, alcune aziende stanno collaborando con i fornitori per riprogettare gli imballaggi riducendo la plastica, mentre altre organizzano programmi di formazione per migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche dei fornitori.
La ricerca, inoltre, distingue tra “sostenibilità periferica”, che mira a ridurre i danni, e “sostenibilità integrata”, che punta a eliminare i danni incorporando la sostenibilità nelle competenze chiave dell’azienda. Il PSM gioca un ruolo cruciale in entrambi questi approcci. Si rende dunque necessario un maggiore focus accademico sul ruolo del PSM nella co-creazione di innovazioni sostenibili e nella gestione delle relazioni con gli stakeholder. Dal punto di vista pratico, lo studio suggerisce che le aziende dovrebbero andare oltre la semplice imposizione di standard ai fornitori. La chiave è coinvolgerli attivamente nello sviluppo di nuove soluzioni che, se adottate su larga scala, potrebbero trasformare intere industrie, rendendo le catene di fornitura globali più sostenibili e resilienti. Ciò non solo ridurrebbe l’impatto ambientale delle attività produttive, ma potrebbe anche migliorare le condizioni di lavoro e stimolare l’innovazione in settori chiave dell’economia.
In conclusione, l’articolo offre un contributo significativo sia al campo accademico, suggerendo nuove direzioni di ricerca, sia al mondo aziendale, fornendo un framework pratico per migliorare le pratiche di approvvigionamento sostenibile. Il messaggio chiave è chiaro: solo integrando pienamente la sostenibilità nelle operazioni e nella gestione delle forniture, le aziende possono affrontare efficacemente le sfide sempre più complesse della sostenibilità globale.