Le donne migranti altamente qualificate rappresentano un’opportunità straordinaria per le economie moderne, ma spesso il loro potenziale rimane inespresso a causa di barriere strutturali, linguistiche e culturali. Sempre più paesi industrializzati cercano talenti qualificati per sostenere le proprie economie basate sulla conoscenza, e i lavoratori esperti in settori come scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM) sono fondamentali per l’innovazione e la crescita economica. Tuttavia, una categoria di lavoratori fatica ad ottenere il riconoscimento che merita: le donne migranti altamente qualificate.
Nonostante abbiano una storia accademica d’eccellenza e un’alta formazione, molte di loro finiscono per svolgere lavori sotto il loro livello di competenza o fuori dal loro campo. Il problema è aggravato dal fatto che il numero di donne tra i migranti altamente qualificati è in crescita, un fenomeno chiamato femminilizzazione delle migrazioni altamente qualificate.
Le principali difficoltà che queste donne incontrano includono:
- Barriere linguistiche, che rendono difficile esprimersi in contesti lavorativi, soprattutto in settori tecnici;
- Riconoscimento delle qualifiche ottenute all’estero, che non vengono sempre considerate equivalenti o valide;
- Discriminazione di genere, che si combina con il loro status di migranti, creando barriere aggiuntive all’ingresso nel mercato del lavoro;
- Sovraqualificazione e sottoimpiego, dove molte donne finiscono per fare lavori che non riflettono il loro livello di competenza.
Tuttavia, queste donne dimostrano grande resilienza. Alcune sviluppano strategie autonome per affrontare le difficoltà, come l’imprenditorialità, soprattutto tra coloro che hanno vissuto esperienze di rifugiate. La ricerca evidenzia anche l’importanza di politiche pubbliche e di supporto professionale mirate a favorire la loro integrazione.
Questo articolo fa parte di un numero speciale della rivista Administrative Sciences, nato dalla conferenza “Promoting highly skilled migrant women in a global knowledge economy”, tenutasi all’Università di Bologna nel 2019. L’articolo svolge il ruolo di introduzione e cornice teorica per l’intero numero speciale, che raccoglie diversi contributi di ricerca dedicati all’integrazione lavorativa delle donne migranti altamente qualificate nelle economie basate sulla conoscenza. Oltre a fornire una visione d’insieme, il testo presenta anche raccomandazioni politiche basate sui risultati delle ricerche presentate, tra cui l’importanza di politiche di uguaglianza di genere e l’integrazione lavorativa dei migranti altamente qualificati da una prospettiva intersezionale.