Innovazione e sostenibilità: nuove frontiere nel settore ceramico italiano

Chiara Vagnini, Mariolina Longo, Matteo Mura, Sara Zanni Novembre 9, 2023 4 min di lettura

L’economia circolare (o Circular Economy, abbreviata in CE) sta emergendo come un modello economico chiave per rispondere alla sfida globale della transizione verso la sostenibilità. L’approccio alla CE necessita di essere articolato su tre differenti livelli per massimizzare il valore generato in ogni fase del processo. Al livello più immediato, il “micro”, troviamo le singole aziende, i loro prodotti e i consumatori. Salendo di scala, il “meso” comprende una rete di soggetti economici che operano in cooperazione, come le catene di approvvigionamento e i consorzi di imprese, fino ad arrivare ai parchi industriali. Infine, il “macro” si estende a un’area geografica più ampia, includendo città, regioni e istituzioni governative. Per questa ragione, cluster industriali e distretti possono rappresentare una risorsa preziosa per incrementare il potenziale di CE dei territori.

In questo contesto, il settore ceramico, parte integrante della catena del valore edilizio e costruttivo, gioca un ruolo fondamentale. Il report del Sustainability Measurement and Management Laboratory (SuMM Lab) dell’Università di Bologna, intitolato “Strategic Value Chains for Circular Economy – Ceramic sector” e realizzato da Mariolina Longo (Department of Management, University of Bologna; Bologna Business School | Centre for Sustainability and Climate Change), Matteo Mura (Department of Management, University of Bologna; Bologna Business School | Centre for Sustainability and Climate Change), Sara Zanni (Department of Management, University of Bologna; Bologna Business School | Centre for Sustainability and Climate Change) e Chiara Vagnini (Department of Management, University of Bologna), esplora le pratiche sostenibili implementate in questo settore strategico e suggerisce nuove strade per un futuro più verde.

Il settore ceramico, in particolare nel distretto di Sassuolo, in Emilia-Romagna, oltre a rappresentare un’importante fetta dell’economia italiana, è anche un esempio di come l’industria possa orientarsi verso pratiche più sostenibili. In Italia, le pratiche legate alla sostenibilità adottate dalle aziende italiane sono ancora poche, dato che meno del 15% delle aziende mappate nel report sembra sviluppare processi di sostenibilità in generale. Eppure, oltre l’88% delle aziende ceramiche italiane implementa almeno una pratica di sostenibilità, con il 56% che ne adotta più di dieci contemporaneamente. Questi dati riflettono un importante impegno per la riduzione dell’impatto ambientale e verso un approccio economico di tipo più circolare. Tra le pratiche più diffuse nel settore, troviamo il trattamento e la purificazione delle acque reflue, il riciclaggio dei rifiuti ben oltre gli obblighi di legge e il monitoraggio attento e costante delle emissioni atmosferiche. Queste azioni, focalizzate su diverse matrici ambientali, richiedono un approccio ampio e strutturato, che rende il settore una vera e propria best practice. Inoltre, la certificazione ISO 14001 emerge come una pratica comune, sottolineando l’attenzione delle aziende verso sistemi di gestione ambientale sempre più efficaci. 

Il report suggerisce anche diverse strategie per potenziare ulteriormente la sostenibilità nel settore. A livello aziendale, si raccomanda lo sviluppo di competenze interne, per essere in grado di identificare nuove opportunità di mercato legate alla sostenibilità, e si suggerisce di investire in innovazioni relative ai prodotti e alla gestione dei rifiuti. A livello di ecosistema industriale, si enfatizza l’importanza di sviluppare reti di partenariato e sinergie utili a massimizzare il recupero di materiali e il risparmio energetico. Infine, a livello politico, si propone di premiare le aziende che implementano pratiche sostenibili a livello sistemico.

Il report del SuMM Lab offre così un’analisi approfondita e strategica del settore ceramico nell’ambito dell’economia circolare, evidenziando sia le buone pratiche attuali sia le potenziali aree di miglioramento. Questo studio non solo fornisce una base solida per le future decisioni aziendali e politiche, ma rappresenta anche un modello esemplare per altri settori industriali che mirano a un approccio più sostenibile. 

Articolo tratto da
Observatory on Sustainable Development – Report 7
Autore
Matteo Mura, Mariolina Longo, Sara Zanni, Chiara Vagnini
Anno
2023
Lingua
Inglese