La pandemia di COVID-19 ha trasformato radicalmente il mondo del lavoro, costringendo molte aziende ad adottare il lavoro da remoto su larga scala. Questo cambiamento improvviso ha sollevato una domanda cruciale: come possono le organizzazioni supportare efficacemente i loro dipendenti in questo nuovo contesto lavorativo?
Un recente studio condotto da Ludovico Bullini Orlandi dell’Università di Bologna, Eleonora Veglianti di Kedge Business School, Alessandro Zardini dell’Università di Pavia e Cecilia Rossignoli dell’Università di Verona ha esplorato questa tematica, analizzando il ruolo delle risorse lavorative, messe a disposizione dalle organizzazioni, nella riduzione dello stress e nell’aumento dell’autoefficacia dei lavoratori da remoto.
Il lavoro da remoto, pur offrendo flessibilità, comporta nuove sfide come l’isolamento sociale e la necessità di gestire autonomamente il tempo e gli obiettivi. Per comprendere l’impatto di queste caratteristiche sul benessere dei dipendenti, i ricercatori hanno utilizzato il Modello Richieste-Risorse Lavorative (Job Demands-Resources Model, o JD-R), sviluppato da Demerouti, Bakker, Nachreiner e Schaufeli.
Lo studio ha coinvolto 471 lavoratori da remoto in Europa durante il lockdown per COVID-19, tra marzo 2020 e maggio 2021. Il campione era composto per il 47,8% da donne, con il 23,6% dei partecipanti in ruoli manageriali intermedi o superiori. L’età media era di 37,1 anni, con un’esperienza lavorativa media di 8,4 anni.
I risultati hanno confermato che le variabili organizzative, come la leadership partecipativa e la chiarezza degli obiettivi, hanno un impatto significativo sull’autoefficacia dei lavoratori remoti e sulla riduzione dello stress; in particolare:
- Leadership partecipativa: coinvolgere i lavoratori nel processo decisionale aumenta la loro autoefficacia, riducendo lo stress percepito.
- Chiarezza degli obiettivi: migliora ulteriormente l’autoefficacia, agendo come mediatore tra leadership partecipativa e stress.
- Adeguatezza delle risorse: la disponibilità di risorse adeguate amplifica l’effetto positivo dell’autoefficacia sulla riduzione dello stress.
Sulla base di questi risultati, lo studio offre alcune raccomandazioni pratiche per le organizzazioni:
- Fornire ai lavoratori le risorse necessarie e il supporto tecnologico adeguato per svolgere efficacemente le loro mansioni da remoto.
- Promuovere una cultura organizzativa che valorizzi la fiducia e l’autonomia, responsabilizzando i dipendenti.
- Definire chiaramente le aspettative lavorative e gli obiettivi da raggiungere per ridurre l’ambiguità spesso associata al lavoro da remoto.
È importante notare che lo studio presenta alcune limitazioni. La dipendenza da dati auto-riferiti potrebbe influenzare la validità dei risultati, inoltre il campione analizzato potrebbe non essere pienamente rappresentativo dell’intera popolazione di lavoratori da remoto. Future ricerche potrebbero utilizzare campioni maggiormente rappresentativi e indagare ulteriormente il ruolo delle risorse lavorative in contesti di lavoro remoto.
In conclusione, questa ricerca evidenzia l’importanza per le organizzazioni di dare priorità al benessere dei loro lavoratori, comprendendo l’impatto delle variabili organizzative sull’autoefficacia nel lavoro da remoto. Migliorando la produttività e l’autoefficacia dei lavoratori da remoto, le organizzazioni possono allo stesso tempo promuovere un ambiente di lavoro più positivo e sano, affrontando con successo le sfide del lavoro a distanza.