L’innovazione nello smart working: il caso di Focchi

Antonio Daood, Fulvio Ulessi, Paola Giuri Marzo 13, 2024 3 min di lettura

In un mondo aziendale in continua evoluzione, la trasformazione digitale e l’adozione di pratiche lavorative flessibili sono diventate imprescindibili. Il caso di studio di Focchi, redatto da Antonio Daood, Paola Giuri e Fulvio Ulessi dell’Università di Bologna e Bologna Business School, rappresenta un’analisi esemplare di come un’azienda, radicata nel settore delle costruzioni, affronti la sfida dell’integrazione dello smart working nella propria realtà operativa.

Focchi, azienda italiana leader nella realizzazione di sistemi di facciata per edifici complessi, si trova a navigare le acque incerte di una trasformazione imposta dalle circostanze. Con l’avvento della pandemia di COVID-19, la necessità di adottare pratiche di lavoro a distanza è diventata una realtà ineludibile, che ha accelerato un processo già in atto data la natura internazionale dei suoi contratti, che vedono il 95% delle installazioni realizzate all’estero.

Il case study riporta un dialogo aziendale approfondito, dove protagonisti come Azzurra Gasperini, BIM specialist, e Alessandro Pracucci, Innovation Manager, discutono le sfide e le opportunità dello smart working. Andrea Sinico, Project Manager, riflette sull’efficienza di alcune attività in remoto, mentre Tommaso Tonelli, HR manager, esplora le implicazioni sulla gestione delle risorse umane. Queste conversazioni rivelano la complessità che comporta l’adozione di pratiche di lavoro flessibili in un’organizzazione che vanta un’anima artigianale all’interno di un corpo industriale.

La storia di Focchi, nel contesto di cambiamento forzato dovuto alla pandemia, diventa emblematica di una resilienza organizzativa e di una capacità di adattamento che trascende il semplice concetto di lavoro a distanza. La pandemia ha agito come un catalizzatore, spingendo l’azienda a riconsiderare non solo i propri spazi di lavoro, ma anche i processi, le dinamiche di team e la cultura aziendale stessa. L’adozione dello smart working da parte di Focchi non è stata, dunque, una semplice transizione verso l’utilizzo di strumenti digitali per la comunicazione a distanza: è stata una trasformazione che ha toccato le fondamenta stesse dell’organizzazione. In quest’ottica è evidente che la sfida principale è stata rappresentata non tanto e non solo dall’adozione di nuove tecnologie, quanto dalla necessità di ripensare il lavoro e la collaborazione in un ambiente che tradizionalmente si basa sulla presenza fisica e sull’interazione diretta. 

La leadership aziendale si è trovata a dover cercare un equilibrio tra la necessità di mantenere la continuità operativa e quella di garantire la sicurezza dei propri dipendenti. Questo ha richiesto un bilanciamento delicato tra flessibilità e struttura, tra autonomia dei lavoratori e necessità di coordinamento. La direzione ha compreso che lo smart working non è solo una questione di luogo e di strumenti, ma anche di tempo e di modalità di lavoro e ha introdotto politiche lavorative che permettono ai dipendenti di lavorare in modo più autonomo, pur mantenendo un senso di appartenenza e di comunità aziendale. I risultati sono stati notevoli: Focchi ha sperimentato un incremento nella produttività e nella soddisfazione dei dipendenti, nonostante le difficoltà iniziali e la necessità di un periodo di adattamento. La capacità di lavorare a distanza ha inoltre permesso all’azienda di attrarre talenti che non sarebbero stati altrimenti disponibili, a causa delle limitazioni geografiche. 

Le conclusioni che emergono dalla storia di Focchi sono molteplici e di vasta portata. Innanzitutto, dimostrano che le aziende, anche in settori tradizionali come quello delle costruzioni, possono adottare con successo modelli di lavoro flessibili. In secondo luogo, evidenziano l’importanza di una leadership visionaria e proattiva nella gestione del cambiamento. Infine, sottolineano il ruolo cruciale della cultura aziendale: un approccio in grado di valorizzare la fiducia, l’autonomia e la flessibilità si è rivelato fondamentale per il successo dello smart working. 

Il case study rappresenta dunque una testimonianza di come, anche di fronte a sfide senza precedenti, le aziende possano riformulare le proprie pratiche lavorative per emergere più forti e adattabili. È un promemoria potente del fatto che, anche in tempi di crisi, le organizzazioni possono trovare opportunità per innovare e prosperare e un esercizio didattico di grande valore, che stimola una riflessione critica sulle dinamiche organizzative contemporanee. Infatti, offre agli studenti l’opportunità di immergersi in una realtà aziendale concreta, analizzando e proponendo soluzioni innovative per un’integrazione efficace dello smart working, senza trascurare le specificità e le sfide che ogni organizzazione porta con sé. 

Articolo tratto da
Going “smart” at Focchi
Editore
ECCH
Autore
Antonio Daood, Fulvio Ulessi, Paola Giuri
Anno
2020
Lingua
Inglese