Mi chiamo Salvatore Romano e sono un italiano nato a New York ma cresciuto in Belgio. Sono uno studente a tempo pieno del Global MBA in Food and Wine di Bologna Business School.
Prima di arrivare in BBS ho conseguito una laurea in Contabilità a Liegi ed ho iniziato la mia carriera nel settore finanziario in Lussemburgo. Questi ultimi cinque anni sono stati un’esperienza incredibile dal punto di vista lavorativo, in quanto ho potuto lavorare nell’azienda dei miei sogni, la Ernst & Young, ma allo stesso tempo sono maturato anche dal lato umano. Ho incontrato persone interessanti provenienti da tutto il mondo, con le quali ho avuto la possibilità di discutere di numerosi argomenti, in particolare del cibo. Siccome sono cresciuto in una famiglia di ristoratori, sono da sempre un appassionato di cibo e di cucina.
Nonostante l’appagante percorso lavorativo appena intrapreso, ad un certo punto ho incominciato a sentirmi insoddisfatto e, seguendo questo proverbio siciliano che descrive perfettamente il modo in cui ammiro il cibo: “L’amuri è come a tussi … nun si po ammucciari” (“L’amore è come un colpo di tosse … impossibile da nascondere”), ho deciso che era giunto il momento per la prossima grande sfida nella mia vita. Così, ho scelto di reindirizzare la mia carriera proseguendo i miei studi a Bologna, nel cuore dell’eccellenza gastronomica italiana.
Una volta ottenuto l’MBA, la mia massima aspirazione professionale sarebbe quella di viaggiare per il mondo e sfruttare le diverse lingue che conosco per promuovere l’Italia e la sua cultura gastronomica attraverso i suoi eccellenti prodotti. L’obiettivo principale della mia vita è quello di avviare un giorno la mia attività nel settore enogastronomico, probabilmente nella ristorazione oppure nell’esportazione di prodotti italiani.
Nell’ambito del Global MBA, lo scorso martedì 17 aprile BBS ci ha dato la possibilità di visitare la 52 ° edizione di Vinitaly, il salone internazionale più grande del mondo dedicato ai vini e ai distillati. Durante questo evento ho potuto riscoprire alcuni dei classici del vino con cui ho familiarizzato attraverso l’attività di famiglia (come: Gattinara, Barolo, Sforzato, Amarone, Montalcino, Montepulciano, Chianti, Aglianico, Frappatto, Taurasi, Etna Rosso, …). Ho degustato i vini delle diverse cantine e interrogato i produttori sulla loro storia, terra, uva, processo di produzione ed etichette per poterli confrontare ed essere in grado di percepire le sottili differenze e sfumature.
La maggior parte dei vini ha una storia molto interessante: la voglia di riscoprire le uve autoctone da tempo dimenticate, il desiderio di innovare processi antichi, la bellezza e la storia di alcune terre, le donne e la loro sottovalutata capacità di fare grandi vini, l’amore per la natura e la scelta di produrre qualcosa di locale in modo biodinamico o organico. Durante la visita alla fiera ho potuto scoprire e apprezzare coltivazioni particolari, come ad esempio il Sangiovese coltivato sull’Etna da una viticoltrice oppure le uve Longanesi dell’Emilia-Romagna, conoscere le regioni italiane e le tradizioni vitivinicole di altri paesi. Ora conosco molto meglio il Sake e i vini australiani, per fare solo un esempio.
Vinitaly è una fiera molto estesa e ci vuole tempo per visitarla a fondo. Nonostante abbiamo visto molto, non è comunque stato possibile fare tutto ciò che avevamo programmato. Andando in giro con alcuni dei miei colleghi di studio abbiamo potuto condividere le nostre conoscenze, idee e pensieri sui vini che abbiamo provato. A Vinitaly ho capito che l’industria italiana del vino è molto diversificata a causa dell’enorme varietà di uve e tipi di produzione e che è possibile trovare prodotti che seguono standard qualitativi molto alti sia nelle piccole cantine locali che dai produttori più rinomati. Considero questa visita una buona opportunità in quanto siamo stati in grado di apprendere, ma anche di stabilire un primo contatto con alcuni produttori e mostrare il nostro interesse per eventuali future partnership commerciali.
Per concludere, sento che durante il mio percorso in BBS e nel Global MBA in Food and Wine sto crescendo e progredendo in un ambiente in cui posso esprimere pienamente tutto il mio potenziale e svilupparmi nell’individuo che ho sempre aspirato a diventare. Il mio background multiculturale, la mia passione per il mondo del business legato al settore enogastronomico, la mia personalità molto socievole e il mio duro lavoro, combinati con la comunità stimolante ed eclettica di BBS, sono gli ingredienti perfetti che rendono questo viaggio intellettuale e personale il progetto più prezioso e arricchente che abbia mai intrapreso. Non c’è dubbio che questi intensi momenti trascorsi a Bologna porteranno al mio futuro e alla mia vita privata a compiere un notevole balzo in avanti per il quale sarò per sempre riconoscente a BBS.
Inoltre, bisogna sempre tenere a mente un prezioso detto italiano: “Buon vino fa buon sangue.”
Salvatore Romano – U.S.A./Italia
GMBA in Food and Wine – A.A. 2017/2018
*Nella foto, da sinistra verso destra: Tigist Eshate (Etiopia), Rachel Adair (Usa), Veronika Takacs (Ungheria), Salvatore Romano (Usa/Ita), Manuel Estrada (Nicaragua), Francisca Balduzzi (Cile).