Gabriele Morandin, Associate Dean for Accreditations and Quality Services di BBS e Marcello Russo, Co-direttore del Master in HR & Organization di BBS, hanno condotto assieme a Ariane Ollier-Malaterre, Professore di Management presso l’University of Quebec a Montreal, una ricerca apparsa su Harvard Business Review dedicata alle abitudini comportamentali dei possessori di smartphone e basata sui commenti pubblici di alcuni utenti di LinkedIn.
Viviamo in un mondo che va di fretta. Usiamo il nostro smartphone per rispondere a e-mail, chiamate e messaggi istantanei in ogni momento della giornata: durante gli incontri di lavoro, a pranzo, in attesa dell’autobus, in coda al negozio di alimentari, e anche durante le occasioni speciali e i momenti in famiglia. Scene simili possono essere osservate anche nei parchi delle nostre città, dove i genitori spesso spingono l’altalena con una mano, mentre con l’altra scorrono gli schermi dei loro cellulari, per riemergere ogni tanto, giusto il tempo di fare un sorriso ai bambini.
Questo comportamento riflette l’influenza, già ampiamente dimostrata dalla ricerca, degli smartphone sulle nostre vite. Da un lato, questi dispositivi ci danno una maggiore flessibilità su quando e dove lavorare e su come rimanere in contatto con gli altri. D’altra parte, questa connessione costante prolunga la durata dei nostri giorni lavorativi e riduce la nostra capacità di distacco, danneggiando così il nostro impegno lavorativo, nonché il nostro tempo libero e la produttività. Molti studi condotti finora si concentrano sulle conseguenze sfavorevoli del costante utilizzo degli smartphone, ponendosi la domanda se siamo noi a controllare i nostri dispositivi o sono loro a controllare noi.
La nostra ricerca, tuttavia, tenta di esaminare questo fenomeno da una diversa angolazione. Piuttosto che concentrarsi sulle conseguenze dell’uso eccessivo dei telefoni cellulari, abbiamo mirato a scoprire se i dipendenti vogliono realmente cambiare un’abitudine che crea una comprovata dipendenza. Ci siamo chiesti: i dipendenti cercano di controllare la quantità di tempo trascorso sui loro smartphone? E se lo fanno, quali strategie usano e quali obiettivi specifici hanno in mente?
Per rispondere a queste domande, abbiamo analizzato un corpus di commenti pubblici che gli utenti di LinkedIn hanno scritto in risposta a un articolo che descrive i rischi di un uso eccessivo degli smartphone durante le interazioni sociali. L’articolo sfida i lettori a evitare l’utilizzo dei loro smartphone in presenza di altre persone per 21 giorni consecutivi (il tempo necessario per sviluppare una nuova abitudine). In pochi mesi, il post ha ricevuto oltre 168.000 visualizzazioni, 2.900 mi piace e 941 commenti. Attraverso questi commenti, abbiamo identificato i modelli comportamentali che circondano l’utilizzo degli smartphone, così come le strategie che le persone usano per ridurre il tempo trascorso sui loro cellulari e le motivazioni che guidano quelle stesse strategie.
Abbiamo scoperto che gli individui si disconnettono consapevolmente dai loro smartphone per diversi motivi e che, sebbene avere una strategia per limitarne l’uso sia molto importante, assicurarsi che la strategia scelta sia allineata con i propri valori e motivazioni (e con quelli di importanti stakeholder all’interno e all’esterno del proprio luogo di lavoro) è la vera chiave per cambiare con successo un comportamento. Se ad esempio la tua motivazione è quella di aumentare gli intervalli di concentrazione sul lavoro, per te la pianificazione delle ore libere dal telefono funzionerà meglio rispetto a qualcuno la cui motivazione è migliorare le interazioni sociali. Qualcuno con la seconda motivazione può invece trarre maggior beneficio dalla disattivazione delle notifiche push quando si trova in pubblico.
Alla luce di questa scoperta, abbiamo deciso di classificare in quattro categorie le varie strategie rilevate sulla base delle motivazioni principali che sono emerse durante la nostra ricerca:
Motivazione #1: Migliorare nelle proprie prestazioni al lavoro o nel ruolo in famiglia
Circa il 25% dei 941 commentatori desiderava ridurre il tempo speso al cellulare al fine di migliorare le proprie prestazioni in un certo ruolo, fosse esso da dipendente, da coniuge o da genitore. Alcune persone, ad esempio, desideravano migliorare la loro concentrazione sul lavoro, mentre altri desideravano essere più presenti a casa e partecipare più attivamente alla vita familiare. Le loro strategie per farlo, variavano nel loro grado di difficoltà.
Strategie adoperate:
Quale strategia funziona meglio?
La maggior parte delle persone che hanno commentato l’efficacia delle proprie strategie ha affermato che tenere i propri telefoni fuori portata ha dato i risultati migliori. Questa strategia ha permesso loro di accrescere la loro consapevolezza situazionale, di sperimentare una maggiore tranquillità nell’occuparsi delle loro mansioni lavorative e di partecipare a riunioni con maggiore attenzione e concentrazione sui loro clienti e colleghi.
Motivazione #2: Stabilire una filosofia digitale personale
Circa il 30% dei commentatori ha voluto definire e attuare una personale filosofia digitale sul ruolo che la tecnologia dovrebbe svolgere nelle loro vite. È interessante notare che per diverse persone in questo gruppo, l’ispirazione a disconnettersi è arrivata da un evento inatteso e non intenzionale come ad esempio la rottura del telefono, la perdita o l’esaurimento della batteria. Questi eventi hanno rappresentato una svolta importante che ha ispirato una riflessione profonda.
Molte strategie in questa categoria includono decisioni simboliche:
Quale strategia funziona meglio?
La strategia più citata in questa categoria è stata l’ultima. L’impostazione di regole precise ha avuto un impatto straordinario per questo gruppo. Le regole che le persone hanno elaborato vanno da “niente smartphone al di fuori dell’orario di lavoro” a “niente telefoni sul tavolo da pranzo”. Come ha detto un commentatore, “il mio cellulare è uno strumento utile – lo controllo, non mi controlla.”
Motivazione #3: Ridurre al minimo i comportamenti sociali indesiderati
Circa il 25% dei commentatori voleva evitare di sembrare scortese nei rapporti interpersonali e limitare l’imbarazzo di essere interrotto o distratto pubblicamente dai cellulari.
Le strategie:
Questa strategia imita la regola dei 20 secondi suggerita da Shaun Achor nel suo libro The Happiness Advantage, come un modo efficace per combattere le abitudini negative. Il controllo delle e-mail tramite un browser Web è un’operazione che richiede l’immissione di login e password e richiede più di 20 secondi. Un tale ritardo potrebbe scoraggiare gli utenti di smartphone dal controllare compulsivamente le loro e-mail.)
Quale strategia funziona meglio?
Nessuna particolare strategia è stata favorita in questa categoria. Tuttavia, disabilitare le notifiche push per evitare interruzioni durante le interazioni lavorative o sociali è stato descritto come molto efficace. I commentatori hanno affermato che questa strategia aumentava il loro senso di controllo sui loro smartphone. Inoltre, i commentatori hanno aggiunto che l’ultima strategia – l’introduzione di sanzioni per l’uso degli smartphone – è un buon modo per generare un clima divertente e positivo tra colleghi e amici.
Motivazione #4: Mettere la famiglia e le relazioni interpersonali al primo posto
Poco meno del 20% dei commentatori desiderava evitare di perdere l’affetto di amici e familiari a causa delle proprie abitudini. Molte persone di questo gruppo sono state ispirate a limitare l’uso del telefono in risposta alle indicazioni dei membri della famiglia, come ad esempio i bambini che volevano che i genitori giocassero con loro piuttosto che con i loro telefoni, o le lamentele dei partner sulla qualità del tempo trascorso insieme. Una persona ha commentato: “Sono stato accusato più volte di essere sposato con il mio telefono e di non prestare attenzione a chi mi sta intorno”.
Alcuni esempi di strategie utilizzate:
Quale strategia funziona meglio?
I commentatori hanno avuto opinioni divergenti su quali strategie potrebbero essere più efficaci in questa categoria. Monitorare i propri comportamenti di connettività personale è stato considerato un modo efficace per ottenere una maggiore consapevolezza di sé, che è stata poi utilizzata come motivazione per cambiare i comportamenti indesiderati. Allo stesso modo, ricordare le priorità di vita è stato particolarmente utile per i commentatori con legami familiari forti. Ad esempio, una persona ha scritto: “Il mio datore di lavoro non consente i telefoni cellulari. […] Poi ho capito che se potevo farlo per lui, dovevo farlo anche per i miei figli?”
L’uso degli smartphone è una cosa facile da fare, ma questo non significa che sia altrettanto facile da controllare. Le strategie di cui sopra sono state prese da un campione di persone, ma sono utili esempi di semplici cambiamenti comportamentali dai quali è possibile trarre enormi benefici. Sebbene non tutte le strategie funzionano allo stesso modo per ogni persona, scoprire quale è quella giusta per te è il primo passo per limitare con successo l’utilizzo del telefono cellulare. Se anche tu desideri raggiungere questo obiettivo, chiediti prima quali sono le ragioni che guidano la tua decisione e poi scegli la strada migliore da seguire.
Leggi qui la ricerca integrale:
Breaking out from constant connectivity: Agentic regulation of smartphone use