“How digital technologies affect every aspect of business”: mercoledì 3 maggio la Spring Session degli Innovation Talks ha inaugurato alle ore 18 il suo ciclo di incontri presso l’Aula Magna di Villa Guastavillani, con il suo primo ospite: Marc Vos di Boston Consulting Group. Organizzati in collaborazione con Philip Morris Italia gli Innovation Talks vedono protagonisti accademici, executive e imprenditori. Senior partner e managing director, Vos si definisce un esperto di business che si interessa di digitale. Per la multinazionale di consulenza statunitense ha implementato strategie commerciali, sistemi di cloud software e applicazioni rivolte alla diffusione di prodotti e marchi.
“Quando si parla di digitale”, ha premesso Vos, “siamo abituati a pensare alla Silicon Valley e alle numerose Start Up che vengono create. BCG si occupa di offrire consulenze a grandi corporation destinate a diventare driver dell’innovazione. L’innovazione di per sé non è un obiettivo. BCG lavora conoscendo a fondo il cliente e i suoi problemi per poi intervenire con soluzioni specifiche”.
Presente in 45 paesi con un personale di 12.000 unità, BCG sviluppa idee nel corso di settimane, perché nel digitale un progetto che necessita anni rischia di diventare obsoleto. Secondo Vos la tecnologia è diventata una commodity dalla quale partire per creare le soluzioni necessarie alle aziende. Per questo creatività e talenti sono i requisiti più richiesti nella multinazionale statunitense. Nel digitale non è rilevante solo essere sul mercato. Bisogna essere fra i primi tre nel proprio settore o si fallisce.
“Bisogna avere grandi ambizioni e tasche profonde”
ha spiegato con una battuta Vos. Viviamo in un mondo dove il digitale è diventato pervasivo e non riguarda più solo le generazioni più giovani. Lo si trova nel cuore del business, nel back office, nelle vendite, nel commerciale, nel marketing. E gran parte dei nuovi business sono piattaforme, luoghi di mercato che fanno incontrare domanda e offerta e che facilitano le transazioni.
Un gruppo di distribuzione come Tesco comincia a sentire la concorrenza di Amazon, la 20th Century Fox di Netflix. Sono player di questo tipo che si rivolgono a BCG. Nascono così progetti come Takt, un’azienda che risolve i problemi di code agli Starbucks attraverso una app che permette di ordinare la propria bevanda nello store più vicino. Un progetto aperto ad altre aziende per permettere di risolvere i loro problemi e implementare le funzioni dello strumento digitale. Unire gli sforzi per un progetto comune e allontanare il rischio della creazione di una app concorrenziale. Con GoPro BCG ha scoperto che il problema dell’utilizzo della camera era per l’utente la fase di montaggio dei video. Ecco allora una piattaforma che riunisce professionisti del montaggio in grado di elaborare l’editing per pochi dollari.
E ancora: Mercury, che come Takt è una venture, gestita in Messico, che si occupa di delivery. Il problema del delivery in Messico è la sicurezza. La risposta è quella di presentare su una piattaforma un profilo di chi consegna, per creare un rapporto di fiducia con l’azienda. Sempre legato all’idea di piattaforma di competenze è il progetto sviluppato per Black & Decker, dove è possibile contattare professionisti per farsi montare il proprio progetto di bricolage. Soluzioni che hanno evidentemente metabolizzato il concetto di sharing economy.
L’ultima considerazione di Marc Vos riguarda l’ineluttabilità di un totale passaggio al digitale. Si stanno perdendo posti di lavoro perché la digitalizzazione nelle aziende si sta muovendo troppo lentamente. Chi vincerà nell’immediato sarà chi analizza accuratamente i dati. La mission di Amazon è aiutare le persone a prendere le decisioni migliori. Quella di Netflix di consigliare i film e le serie che riteniamo più interessanti. Il modo migliore per pensare alla scatola è essere fuori dalla scatola.