Le “operations” sono di nuovo al centro dell’attenzione dei manager. Le ragioni di questo interesse, rispetto ad un passato anche recente, sono imputabili a due fenomeni.
In primo luogo le imprese hanno acquisito la consapevolezza che la propria competitività è pesantemente condizionata dal controllo dei processi produttivi e logistici; questo sia per poter sviluppare quei percorsi innovativi nell’area dei prodotti e dei processi, che hanno loro consentito di affermarsi, sia per riuscire a garantire i livelli di servizio sempre più elevati, che rappresentano condizioni essenziali per la soddisfazione dei clienti. Ciò ha causato processi di backshoring di attività che in passato erano state decentrate in paesi low cost.
A questo proposito è appena il caso di evidenziare come, oltre alle esigenze di controllo crescente della creazione del valore, alcune delle condizioni che avevano determinato vantaggi di costo comparato sono venute meno, a seguito di cambiamenti macroeconomici internazionali, accelerando la rimessa in discussione delle scelte fatte.
In secondo luogo sono in atto cambiamenti tecnologici di portata radicale, comunemente definiti Industry 4.0, e molti processi aziendali, in larga parte appartenenti alla sfera logistico-produttiva, devono essere riesaminati; in alcuni casi i cambiamenti che si determinano hanno una portata talmente rilevante da giungere a intaccare il posizionamento strategico, favorendo iniziative di revisione del business in cui si opera.
La digitalizzazione di molte attività determina l’opportunità, quando non l’esigenza, di rivedere i rapporti con gli interlocutori a monte e a valle andando ad incidere sulla circolazione delle informazioni, sulle possibilità e sulle modalità di interazione tra le imprese, sulla distribuzione delle attività nella filiera industriale; in altri termini si assiste ad una vera e propria rivoluzione nella supply chain. L’automazione dei processi e la robotizzazione di alcune operazioni infine rendono possibili ed economiche, anche nei paesi industrialmente avanzati, alcune produzioni che da labour intensive si trasformano in capital intensive.
Non è quindi un caso che l’attività manifatturiera, per troppo tempo negletta, ridiventi fondamentale e attiri l’attenzione dei vertici aziendali.
In questo scenario Bologna Business School ha avviato l’ Executive Master in Supply Chain and Operations con l’obiettivo di formare manager che sappiano cogliere le opportunità che si presentano e siano capaci di interpretare il cambiamento e di coniugare le scelte strategiche con il sistema delle operations. Partner Master sono KPMG e Toyota che collaborano e contribuiscono attivamente apportando le loro competenze relative rispettivamente alla digitalizzazione dei processi e agli approcci lean.
Andrea Zanoni, Professore Ordinario di Gestione Aziendale, Università di Bologna e
Direttore dell’Executive Master in Supply Chain and Operations, BBS