Migliore, più snella e più intelligente si riesce a rendere la produzione, più sono alte le probabilità di avere successo nel frenetico mondo di oggi. Nelle Smart Factory infatti, i sistemi logistici e produttivi di nuova generazione si ispirano alle principali tecniche di lean management e ai principi dell’Industria 4.0 per ridurre notevolmente i costi, spesso anche non considerati, come quelli legati all’emissione degli ordini, alle movimentazioni e agli approvvigionamenti.
L’attuazione del lean management – o gestione snella – comporta per un’azienda la possibilità di incrementare concretamente il proprio livello di competitività. Questo termine infatti identifica una serie di miglioramenti oggettivi, qualitativi e quantitativi nella gestione dell’azienda, che comprendono anche tecniche di gestione e di sviluppo delle persone, considerate il vero motore nel successo aziendale. Inoltre, il lean management, per portare un impatto positivo sulla gestione di un’organizzazione, deve essere supportato dal lean thinking, un processo di apprendimento e miglioramento che interessa non solo gli strumenti e i metodi, ma principalmente la cultura aziendale nella sua interezza.
La scuola di pensiero del lean management trova una diretta applicazione anche tra i fornitori di servizi e nella pubblica amministrazioni, oltre che nelle aziende manifatturiere. I principi guida per la gestione snella infatti includono: un miglioramento continuo che coinvolge tutti i livelli dell’organizzazione, la definizione del valore dal punto di vista del cliente finale, l’individuazione degli sprechi e l’ottenimento di una standardizzazione dei processi attraverso l’apprendimento continuo. Principi, questi, che richiedono un’azione concreta per ottenere un output di eccellenza.
Nella produzione di beni, la filosofia della gestione snella si traduce in lean manufacturing o lean production, un metodo sistematico per ridurre gli sprechi senza però sacrificare la produttività. Il compito del lean manufacturing è rendere ovvio e separare ciò che non crea valore da ciò che invece lo crea, con il fine di analizzare e mappare i flussi di valore, individuare le criticità e costruire un piano operativo.
L’origine della lean manufacturing è da ricercarsi nel Toyota Production System (TPS), un metodo di organizzazione della produzione nato tra gli anni ’40 e ’70 che, con la filosofia del ‘fare di più con meno’, ha cercato di sopperire con una migliore organizzazione alla condizione di grave mancanza di risorse patita dall’industria giapponese, uscita sconfitta e devastata dalla guerra. In larga parte, gli obiettivi del TPS vengono perseguiti tramite un’incessante lotta alle 7 tipologie di spreco (MUDA) che ogni ambiente produttivo fisiologicamente riscontra: sovrapproduzione, materie prime e semilavorati fermi in attesa di lavorazione, movimentazioni dei materiali, scorte, lavorazione dei materiali più del dovuto, spostamenti del personale e difetti di produzione.
Questo modello, opera dell’ingegnere e membro del consiglio esecutivo della Toyota Taiichi Ohno, offre a suo modo un’alternativa alla produzione di massa basata sulla catena di montaggio teorizzata da Henry Ford. Il TPS chiede infatti al gruppo di lavoro di pensare, sperimentare e apprendere dai risultati, considerando i lavoratori non solo come meri esecutori, ma parte attiva del continuo processo di miglioramento. Inoltre, il nucleo centrale e fondamentale del modello è rappresentato dal sistema Just in time che si concentra sull’idea della produzione-consegna e che permette di immettere sul mercato prodotti in serie brevi e diversificate, capaci di plasmare e adattarsi ai flussi continui della domanda. Il sistema Just in time mette quindi la produzione nelle condizioni di trascinare il mercato, invece di subirne le richieste.
Il lean management rappresenta l’approccio sistemico al miglioramento di una organizzazione più applicato e riconosciuto a livello internazionale. Alla filosofia della gestione snella si va ad aggiungere oggi anche l’impatto profondo delle nuove tecnologie digitali portate in azienda dalla Rivoluzione 4.0, tra le quali spicca la capacità di analisi predittiva delle applicazioni IoT. Davide Di Marzo, General Manager di Bossard Italia, ha portato in BBS l’esempio di come le principali tecnologie dell’Industry 4.0 possono integrarsi e comunicare per creare e offrire valore per i clienti interni ed esterni. “In un mercato sempre più ‘pull oriented’, e con un time to market sempre più ridotto, è fondamentale cercare di avere una supply chain ottimizzata e dei processi snelli,” ha raccontato durante la sua lecture alla classe dell’Executive Master in Supply Chain and Operations.
I manager, i responsabili della produzione e gli amministratori delegati ricorrono sempre più spesso a una gestione strategica della produzione, concentrandosi su concetti come la personalizzazione di massa, l’automazione e il controllo in tempo reale, la visibilità totale del processo e il batch size 1, ovvero la capacità di produrre anche una sola unità in modo flessibile ed economico. Questa mentalità strategica modifica completamente la produzione e conduce alla creazione di un nuovo modello di fabbrica intelligente, la Smart Factory.
Composta da linee di produzione flessibili pronte a personalizzare in massa anche i singoli prodotti più complessi, la Smart Factory rappresenta un luogo in cui la logistica intelligente consente una produzione agile in una frazione di tempo e ad un costo ridotto. “Dalle radici pionieristiche come creatori di smart bin e smart label, la nostra metodologia di logistica della Smart Factory, ha aiutato le organizzazioni in quasi tutte le industrie e in tutto il mondo, ad evolvere da un’esecuzione lean e impeccabile a una modalità più agile e strategica di produzione intelligente,” ha spiegato Davide Di Marzo raccontando gli inizi di Bossard, azienda oggi tra i leader del mercato nella tecnologia del collegamento in Europa, America e regione dell’Asia-Pacifico. Bossard, che ha sede in Svizzera, è costituita da una rete globale di società con 2.300 dipendenti in 80 sedi e partner internazionali accuratamente selezionati in tutte le regioni del mondo.
“Basati sull’Internet of Things, i nostri sistemi logistici mirano a far emergere il potenziale nascosto atto a migliorare la produttività e a semplificare l’ottimizzazione della catena di distribuzione” ha raccontato ancora Davide Di Marzo, spiegando la Smart Factory Logistics di Bossard, il metodo messo a punto per ottimizzare la produzione in modo “smart” e “lean”, con sistemi di logistica intelligente e soluzioni studiate su misura.
Avere il prodotto giusto al momento giusto nel posto giusto e nelle condizioni giuste: sono questi i ben noti requisiti per la logistica e il lean management in generale. Ma soddisfare questi requisiti sta diventando sempre più complesso in un supply chain management in continua evoluzione. La previsione degli scenari futuri, l’abilità nel riconoscere le novità di business maggiormente promettenti e la capacità di investire in innovazione sono tra i fattori decisivi per garantire e promuovere la competitività di qualsiasi impresa.
A chi desidera ottenere prestazioni sempre più competitive e affrontare le sfide internazionali legate all’innovazione, basando le proprie scelte sulla conoscenza dei trend tecnologici e delle soluzioni adottate dalle aziende leader, BBS offre l’Executive Master in Supply Chain and Operations. Un percorso che fornisce competenze strategiche ed esecutive, trasversali a diverse funzioni aziendali e finalizzate ad ampliare la capacità decisionale nonché la spendibilità in un ambito occupazionale fondamentale per le imprese nel prossimo futuro.
Lean management
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